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Roma
Regionali Lazio 23, il Pd scommette sui D'Amato. Pronto l'accordo con Calenda

Classe 1968, sociologo, già consigliere regionale dal 2005 al 2010, “cane sciolto” della sinistra romana e assessore alla Sanità della Regione Lazio è l'erede designato di Nicola Zingaretti. Sarà lui il candidato unitario del centrosinistra alle elezioni regionali del Lazio di febbraio 2023.

La candidatura è emersa al termine della riunione del Pd, alla presenza di Enrico Letta, del segretario regionale, Bruno Astorre, del sindaco di Roma Gualtieri e del responsabile degli Enti Locali, Francesco Boccia.

Il Dem Astorre: "Ha la preferenza esplicita di Calenda"

E già si parla di patto con Calenda, tema a cui lo stesso D'Amato aveva lavorato nel silenzio. A confermarlo Bruno Astorre: “D’Amato è il candidato del Pd e ha la preferenza esplicita di Calenda”.

Nato nella covata del Pdci di Olivieri Diliberto costruisce la base elettorale nel quartiere di Labaro, scopre la passione per la Sanità quando alla Regione governava il destra-destra centro di Francesco Storace, martortiata dall'inchiesta Lady Asl che tramutò in un libro beste seller con il quale raccontò, “di un sistema fatto di tangenti, accreditamenti presso la Sanità laziale di strutture fantasma, falsi mandati di pagamento, emissioni di fatture per prestazioni mai erogate e sparizione di fascicoli”.

Il primo esperimento alla Regione fallisce

Da l'ì il passaggio al Pd e la candidatura alla Pisana rivelatasi un flop. Giusto il tempo di vedere cadere rovinosamente la Giunta di Renata Polverini e D'Amato si ricandida con Zingaretti per poi diventare responsabile della cabina di Regia della Sanità Laziale.

Nella corsa ha bruciato Daniele Leodori

Nella corsa alla candidatura ha bruciato il vice dello Zar Nicola, Daniele Leodori, finito in disgrazia con l'indagine sulle mascherine anticovid pagate ma mai consegnate alla Regione. Da allora il feeling con Zingaretti si è fatto sempre più flebile sino a rimanere un ricordo.

Quando D'amato era editore di Paese Sera

E di ricordo in ricordo, anche la sua avventura come editore di Paese Sera, storico giornale romano, paragonato ad “un gatto nero” per la sua peculiarità di bruciare editori e direttori. Nota personale: Alessio D'Amato è timido e taciturno ed è indicato come l'ultimo dei veri comunisti. Non male per il Pd che arranca combattendo se stesso.

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