Roma
Regionali Lazio: FdI lanciato, M5S da soli con l'obiettivo di superare il Pd
Con le annunciate dimissioni “ritardate” di Nicola Zingaretti, si apre la campagna elettorale. I numeri condannano il Pd, il 5 Stelle da solo per il "sorpasso"
Se fosse un processo al Pd del Lazio quasi converrebbe il “patteggiamento elettorale”, perché c'è il rischio del tanto temuto sorpasso del Movimento Cinque Stelle a trazione Giuseppe Conte.
A far tremare le gambe al presidente del Pd Lazio Gregori e al segretario Bruno Astorre è l'ultimo sondaggio di Termometropolitico post elezioni e reso pubblico lo scorso 7 ottobre che evidenzia il “consolidamento” di Fratelli d'Italia e il ”pericoloso” avvicinamento del Movimento col 16% a quel 18,7 dei Dem.
Il Pd romano fibrilla per la paura di perdere
E la “minicrisi” in Campidoglio con alcuni consiglieri che hanno alzato la voce, invocando una verifica di maggioranza, è il termometro del nervosismo che serpeggia nel partito, dopo la batosta elettorale. In cinque, Melito, Stampete, Fermariello e Michetelli hanno evidenziato che il presunto isolamento del sindaco, arroccato con i suoi consulenti e l'assessore al Bilancio, mal si concilia con la necessità di “vincere le regionali”.
In Regione Lazio riprende quota Alessio D'Amato
Dunque il nervosismo è figlio della preoccupazione di una nuova debacle che si prepara nel 2023, perché se il vento della vittoria soffia sulle vele dei Meloni boys, quello della sconfitta fa tremare le gambe ai Dem. Ad alimentare la paura ci pensa poi il gossip che viene dalla Regione dove avrebbe ripreso quota la candidatura “estrema” dell'assessore alla Sanità D'Amato “sacrificabile” contro il centrodestra in virtù di un nuovo “campo largo” che punta però a sinistra. Così se a D'Amato riesce il colpaccio di vincere le Regionali, ha vinto la coalizione, se invece dovesse andar male, avrebbe perso l'ala sinistra.
Il problema - che i Dem amano chiamare “tema” - sarà all'ordine del giorno venerdì alle 17, quando la coalizione che ha spinto Gualtieri in Campidoglio si riunirà per una riunione di coalizione.
Conte cresce e l'alleanza col Pd non conviene. Il sorpasso
Ma il vero nodo non è tanto chi candiderà il Pd dopo le tre settimane di attesa per le dimissioni di Nicola Zingaretti, quanto che fine farà l'alleanza col Movimento Cinque Stelle che ha tenuto in piedi la Regione negli ultimi 5 anni. E qui tornano in ballo i risultati delle Politiche e i sondaggi che vedono il partito di Conte in crescita. Tranne la papessa Roberta Lombardi, che in cuor suo magari spera di replicare la maggioranza, tra i movimentisti di Conte la tentazione di andare da soli è forte, fortissima con un unico obiettivo: superare il Pd e conquistare il titolo di vera opposizione “alle destre”. L'obiettivo è chiaro e potrebbe essere lo stesso Giuseppe Conte a formalizzarlo, tagliando le gambe ad ogni velleità di correre insieme alla maggioranza uscente.
Poi c'è l'eterno nodo di Carlo Calenda che, nel sondaggio di Termometropolitico, allunga e supera Forza Italia grazie all'accoppiata con Italia Viva. Ammesso che Carlo Calenda non si autoproclami candidato governatore del Lazio e “asfalti” twitter con tutte le soluzioni adatte alla “cura del Lazio”, l'ipotesi di viaggiare in coppia col Pd è remota se non impossibile. In pancia il nuovo Movimento non ha solo Calenda ma anche Renzi e i renziani, poco avvezzi a scendere a patti con gli “ex amici”. Mja la tentazione come sempre è forte tant'è che in Consiglio Comunale, si consumano quantità industriali di caffè alla buvette tra esponenti del Gruppo Calenda e prime linee del Pd.
Chi vincerà? A meno che FdI non scenda in campo con un “signor nessuno” e in pieno inverno costringa gli elettori a innamorarsi, lo scenario è scritto nelle stelle.