Roma
Regione, decade commissario Ipab. L'Anticorruzione indaga su Zingaretti
Si nomina un commissario straordinario poi, per merito dell'Anticorruzione si scopre che non aveva i requisiti e si annulla la nomina, solo che la prova dell'incandidabilità la Regione ce l'aveva già sotto gli occhi. Anzi su carta intestata del presidente Nicola Zingaretti. E' l'ennesima storia di disordinata burocrazie e di gestione superficiale che affaritaliani.it racconta per dare un'idea di cosa può accadere quando le carte ufficiali non le legge nessuno. Neanche il presidente che le firma.
L'epicentro del pasticciaccio brutto è il sud Pontino, l'estrema lingua della provincia di Latina. Qui l'Ipab della Santissima Annunziata, l'ente di derivazione regionale che si occupa del teatro Remigio Paone di Formia, della residenza Curzio Salvini di Terracina, dalla residenza per anziani dell’Annunziata di Gaeta e della casa famiglia Capponi-Palombi di San Felice Circeo viene commissariato dal presidente Zingaretti. Siamo a febbraio del 2015. Con un decreto Zingaretti nomina Commissario straordinario Giovanni Agresti. Ma sei mesi dopo, gli uffici dell'anticorruzione dello stesse ente scoprono che il suo incarico è incompatibile con le sue funzioni di legale rappresentante di una società che gestisce due cliniche private, accreditate con la Regione. Un “piccolo particolare” sfuggito agli occhi del Governatore, che, secondo le carte, solo tre mesi prima aveva apposto la sua firma proprio su un decreto che citava esattamente il ruolo dello stesso Agresti. Una svista, forse, o la memoria un po' corta. O forse una trappola degli uffici.
Intanto Agresti si è portato a casa cinque mesi di rimborso spese e la vicenda è finita tra le mani dell'Autorità Nazionale Anticorruzione.
Ma chi è Agresti? Storico dirigente prima del Movimento sociale, poi di Alleanza Nazionale, dopo una più recente illuminazione, Giovanni Agresti è approdato tra le fila del Partito Democratico. E' lui l'uomo chiave individuato da Zingaretti per prendere le redini dell'Ipab, scosso da una pesantissima relazione del direttore Giovanni Caprio che lo scorso gennaio aveva denunciato anomalie e “inquietanti ombre” sulla gestione. La nomina avviene a febbraio sulla scorta di una dichiarazione di insussistenza di ragioni di inconferibilità e/o incompatibilità firmata dallo stesso Agresti.
Ad agosto il presidente della Regione è costretto a disporre la nullità del decreto perché viene fuori che Agresti “in contrasto con quanto affermato nella dichiarazione sostitutiva del 4 febbraio 2014, risulta essere socio nonché legale rappresentante della società GESTI-VAR, che gestisce due cliniche private autorizzate, accreditate e operanti in convenzione con la Regione Lazio”.
Ruolo che, però, sarebbe dovuto balzare alla mente di Zingaretti, visto che solo tre mesi prima, 17 novembre 2014 , aveva firmato il provvedimento per l'accreditamento del presidio sanitario Borgo San Tommaso', gestito proprio dalla società amministrata da Giovanni Agresti.