Roma
Regione Lazio, M5S apre la corsa. E subito l'ipotesi Lombardi perde consensi

Il Movimento Cinque Stelle verso le primarie per la scelta del candidato Governatore. Si voterà a primavera 2018
Regione Lazio, il Movimento Cinque Stelle apre ufficialmente la campagna elettorale per la successione a Nicola Zingaretti.
#Lazio5stelle2018 è il tag che da mercoledì sera uno dei consiglieri più attivi alla Pisana, Davide Barillari ha lanciato sui social e subito il popolo stellato ha preso posizione. In verità in quella che Barillari ha definito la regione più grillina d'Italia, il conto alla rovescia per “la liberazione dal Partito Democratico, aveva già avuto il suo preludio ad agosto, quando lo stesso Barillari aveva ufficialmente tagliato il nastro del count down dei 180 giorni alle elezioni, quando alla Pisana circolava insistentemente la voce delle elezioni anticipate, frutto di un sedicente accordo tra centrodestra e centrosinistra per blindare l'ente locale in funzione anti 5 Stelle.
Ma la nuova campagna di autunno si apre come sempre all'insegna delle lotte intestine. Barillari sintetizza il “solito” claim: “Prima di parlare di candidature, discutiamo di programma. E non dimentichiamoci, MAI, che noi del MoVimento 5 Stelle siamo un'unica squadra, forte, unita e determinata”. E subito parte la controcampagna elettorale, quella in cui si parla di candidati, tanto per lanciare l'ipotesi della consigliera Valentin Corradi e bocciare il nome già circolato della deputata Roberta Lombardi.
Già, Roberta Lombardi. Ex astro nascente ad inizio legislatura, un paio di scivoloni e la frattura in stile “corrente” l'hanno relegata ad un ruolo nazionale, togliendole la visibilità romana, soprattutto in occasione delle “primariucce” con le quali venne silurato il “suo uomo” Marcello De Vito, surrogato in rete dalla “formidabile” Virginia Raggi. Il “commissariamento” della Raggi invece che ridare linfa e vigore ai “controccorrente”, secondo i boatos stellati, avrebbe prodotto una ulteriore frattura, portando sia De Vito che il capogruppo in Campidoglio, Paolo Ferrara a spezzare la trama che li univa, sino a prendere le distanze. Voci interne al Movimento, sulle quali arriveranno piogge di smentite partigiane, ma che evidenziano sempre di più una frattura che in altri partiti storici avrebbe avviato una scissione, un evento ancora prematuro per un Movimento che ogni giorno che passa perde un pezzo del suo equilibrio democratico iniziale.