Regione, Zingaretti parte con il gioco delle 3 carte. Robilotta: “Illegittimo”
Robilotta: “L'atto di Zingaretti è illegittimo. Consiglio di ritirarlo”
Regione Lazio: i primi passi della nuova legislatura ma Nicola Zingaretti rischia di inciampare al nastro di partenza.
Proclamato il Governatore il 19 marzo dall Corte d'Appello di Roma, il giorno dopo avrebbe firmato una delibera, proposta dal segretario regionale, che modifica ben 11 articoli del regolamento di organizzazione della giunta Regionale che cambia molti degli assetti organizzativi del Palazzo di via Cristoforo Colombo. Donato Robilotta, responsabile Lazio di Energie per l'Italia su affaritaliani.it denuncia: “È un atto illegittimo”.
Robilotta, con i numeri risicati ma alla fine Zingaretti è riuscito a comporre la sua giunta e a far partire l'XI legislatura. Cosa c'è che non va?
“Zingaretti è partito male. Il suo primo atto è stato quello di firmare una delibera importante e imponente che cambia molti degli assetti organizzativi del Palazzo di via Cristoforo Colombo. Un atto che ritengo illegittimo”.
Cosa ci sarebbe di illegittimo?
“La competenza della modifica del regolamento di organizzazione sta in capo alla giunta ma il Presidente della Regione firma la delibera assumendo i poteri della giunta perché questa possibilità è prevista dal comma 5 dell’art. 45 dello Statuto che prevede che “ fino alla nomina dei componenti della nuova Giunta, il Presidente della Regione neoeletto esercita anche le funzioni di competenza della giunta limitatamente all’ordinaria amministrazione”. D’altra parte non poteva che essere così perché sempre all’articolo 45, comma 4, è previsto che la giunta decade con la proclamazione del Presidente della Regione neoeletto e come è noto non ci può essere un vuoto amministrativo. Solo che la norma, citata anche nella declaratoria della stessa delibera, prevede che il Presidente assume i poteri della giunta limitatamente all’ordinaria amministrazione, per atti indifferibili e urgenti, ma la modifica del regolamento di quella portata non è un atto di ordinaria amministrazione. Il regolamento di organizzazione riguarda l’intera struttura regionale e degli assessorati e deve essere una decisione presa dall’organo collegiale rappresentato dalla giunta.
Scusi ma Zingaretti non è certo un politico e un amministratore alle prime armi: perché avrebbe dovuto commettere un errore del genere? Perché non aspettare qualche giorno?
“Appena ho letto la delibera, pubblicata sul Burl n. 24 del 22 Marzo, una delle cose che mi ha colpito è che con la delibera viene soppressa la direzione regionale “Attività di controllo e coordinamento delle funzioni di vigilanza” e viene conseguentemente revocato l’incarico al Direttore Regionale. Solo che il Direttore Regionale in questione è anche responsabile “dell’anticorruzione regionale” e a quel che si sa era entrato in contrasto con l’amministrazione su alcune nomine nelle Ipab.
In pratica, cosa cambierebbe?
“Con questo escamotage il responsabile anticorruzione della Regione viene esautorato e paradossalmente la competenza dell’anticorruzione viene assegnata in capo al segretario generale costituendo così un palese conflitto di interesse. Ritengo la delibera in questione viziata da un forte profilo di illegittimità e se potessi dare al Presidente della Regione un consiglio non richiesto gli direi di revocarla, perché eventuali ricorsi porterebbero all’annullamento e ciò produrrebbe effetti indesiderati per l’amministrazione.
C'è chi ritiene che sia il caso di modificare la norma che consente alla giunta di modificare il regolamento di organizzazione. Cosa ne pensa?
“Mettere in capo alla giunta la potestà regolamentare nelle materie di competenza legislativa, concorrente ed esclusiva della Regione, fu una decisione presa con lo Statuto e fortemente voluta dal sottoscritto. Solo che oggi, alla luce dell’uso spesso improprio e irrazionale fatto di questo potere di grande autonomia, nell’ultima legislatura la giunta ha modificato il regolamento cinquanta volte, credo sia il caso di apportare qualche modifica. Per esempio mettendo l’obbligo di portare le modifiche del regolamento in seno della commissione consiliare competente per avere un parere obbligatorio. Questo potrebbe mettere un freno alle tante modifiche che generano solo caos organizzativo e metterebbe anche il Consiglio nelle condizioni di esercitare il proprio potere di controllo sulla giunta”.
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