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Roma
Regioni, il tracollo del gradimento per Rocca: il Governatore è penultimo

Un tracollo. Francesco Rocca è precipitato nella classifica di gradimento dei presidenti di Regione stilato da SWG per conto del Sole 24 ore. Il governatore del Lazio è ventesimo su 21 posizioni: peggio di lui soltanto il presidente della Regione Sicilia, Roberto Schifani.

Una classifica che non lascia spazio a dubbi: Rocca non sta piacendo ai cittadini. Il suo risultato è lontanissimo dal gradimento di Zaia, che oggi è al primo posto con il 70% dei consensi.

La classiffica

E' il governatore del Veneto Luca Zaia (Lega), con il 70 per cento dei consensi, il presidente di Regione più gradito. E' quanto emerge da una rilevazione Swg, effettuata su un campione di 11.589 maggiorenni residenti in Italia nel periodo 21 febbraio -26 aprile. Zaia resta stabile al primo posto, guadagnando un punto percentuale rispetto allo scorso anno. Nel ranking dell'operato dei presidenti di Regione seguono Massimiliano Fedriga del Friuli Venezia Giulia (Lega) con il 64% e Stefano Bonaccini presidente dell'Emilia Romagna (Pd -centrosinistra) con il 62%. Con il 56 per cento dei consensi il presidente della Campania Vincenzo De Luca (Pd-centrosinistra) ottiene il quarto posto guadagnando sette punti percentuali rispetto al 2023. Fanalino di coda il governatore della Sicilia, Roberto Schifani (Forza Italia) con il 27 per cento dei consensi (guadagnando un punto rispetto al 2023), preceduto da Francesco Rocca, presidente del Lazio (Fratelli d'Italia) con il 29 per cento: un punto percentuale in meno rispetto allo scorso anno.

Cambio di rotta

Analizzando il dossier del Sole 24 Ore Rocca paga una comunicazione davvero non all'altezza della Regione Lazio. Una gestione che non fa trapelare le cose fatte ma che punta solo a ovattare e schermare il Governatore. Una scelta da perdenti che sta portando il Presidente - che pure a una gestione manageriale e una competenza tra settori strategici come la Sanità tra le migliori in Italia e in Europa - a una lontanza abissale con i suoi elettori. Anche le cose buone fatte vengono comunicate male e senza passione, senza emozioni: tutto schematico, una roba che poteva andar bene negli anni '70. Nel 2024 serve altro: servono competenze e gioco di squadra. E invece in Regione non parla nessuno, ma si "Bisbiglia" molto: tante veline e poche notizie. Tanti dossier e pochi colpi pesanti, solo qualche esclusiva a contenitori di basso profilo. I cittadini non sono più quelli degli anni '70 e per affrontare una sfida importante come quella del Lazio serve altro che un piccolo maresciallo che gioca a fare il generale. 

La differenza con Zingaretti

L'ex governatore aveva uno staff preparato e propositivo specialmente per quel che riguarda la comunicazione: con questo non significa che non c'era tutela del Presidente ma c'era un consenso tra giornali, agenzie e siti web che oggi non si vede neanche col binocolo. Peggio di così c'è poco da fare e il tracollo certificato dal Sole 24 Ore ne è la testimonianza: c'è ancora l'ultimo posto libero e se non si cambia rotta gli scogli del fallimento rischiano di affondare la corazzata.







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