Roma

Renato Zero in politica: “Noi sorcini disillusi da politici e partiti. Troppi”

Renato Zero come Dante: alla "prima" al Palasport l'invettiva contro la politica. E cita l'orgoglio di essere italiani

La “prima” di Renato Zero al Palasport di Roma è in delirio di fan, un trionfo della musica e un'invettiva contro i partiti, la politica. Troppi e distanti secondo il re dei sorcini che dà vita a un'invettiva in stile dantesco.

“Ahi serva Italia di dolore ostello, nave senza nocchier in gran tempesta, noi donna di provincie ma bordello”, nell'elegia di Zero il folle, si tramuta in una risposta: “Tutta questa energia fa ricredere tutti gli scettici che questa Italia sia slabrata, scollata e disillusa – spiega Zero nel suo monologo - c'è Italia e Italia: sono due aspetti di un Pese lacerato da troppi politici e da troppi partiti; da poca umiltà di pensare al popolo. Di pensare al cancro alla solitudine di tanti anziani, di pensare che molti matrimoni che si sciolgono perché la noia ha la meglio sul progetto di vita sull'incentivazione che qualcuno può dare con le leggi. Siamo soli finché non abbracciamo questa piazza”.

Si ferma e guarda il Palasport zeppo di “fedeli” e conclude con l'inno alla gioia e al fare: “Per i nostri figli soprattutto, a rimettere sul tavolo le nostre necessità i nostri bisogni e la voglia di essere italiani e di vantarcene”.

Poi il vate della musica dell'anima, lo zero assoluto, promette : Hho quasi 70 e tanta voglia di restare qui a prendermi ancora la responsabilità della mia vita e anche della vostra se me lo permetterete ancora”. E tuona contro la civiltà dei telefonini: “Finitela con i cellulari! Siete qui per vedere Renato Zero o per fare i cameraman? Metteteci l' anima e la memoria. Basta con 'ste ca...te”. E il popolo ubbidisce e spegne il telefonino di Satana. E' solo la prima di 14 serate tutte sold out.