Roma

Repubblica Romana: il sogno laico nella città dei papi, 170 anni dopo

Il sogno della città laica torna al Museo della Repubblica Romana e della memoria garibaldina

Repubblica Romana, il sogno "laico" nella città dei papi. La piccola rivoluzione targata 1849 torna a vivere, a 170 anni di distanza, al Museo della Repubblica Romana e della memoria garibaldina di Porta S. Pancrazio, al Gianicolo.

 

Per celebrare questo importante anniversario, sono in programma na serie di appuntamenti di approfondimento dedicati all’esperienza storica della Repubblica Romana del 1849, promossi nella ricorrenza del 170° anniversario dall’Assessorato alla Crescita culturale – Sovrintendenza Capitolina, per l’ideazione e cura di Mara Minasi.

Roma, 1849. Il sogno della Repubblica nella città dei papial Museo della Repubblica Romana e della memoria garibaldina dal 16 marzo Nel 170° anniversario della proclamazione della Repubblica Romana del 1849,dieci incontri di approfondimento sul tema  Prenderà avvio sabato 16 marzo 2019, al Museo della Repubblica Romana e della memoria garibaldina di Porta S. Pancrazio, al Gianicolo, il ciclo di conferenze dal titolo: Roma, 1849. Il sogno della Repubblica nella città dei papi, una serie di appuntamenti di approfondimento dedicati all’esperienza storica della Repubblica Romana del 1849, promossi nella ricorrenza del 170° anniversario dall’Assessorato alla Crescita culturale – Sovrintendenza Capitolina, per l’ideazione e cura di Mara Minasi. 

Si tratta di dieci incontri, tra marzo e luglio 2019, in ideale parallelismo cronologico con lo svolgimento storico dell’esperienza, condotti al Museo della Repubblica Romana e della memoria garibaldina da illustri storici e studiosi, esperti del periodo, pronti a scandagliare alcuni degli aspetti più significativi che caratterizzarono l’importante esperienza storica di metà ’800. Il breve ma significativo cammino di rinnovamento in senso moderno intrapreso dalla società e dalle istituzioni in coincidenza con i cinque mesi di vita della Repubblica Romana del 1849, fu infatti, malgrado la brevità di vita e applicazione delle novità introdotte, un’espressione altissima di civiltà, rimasta a lungo nelle coscienze dei protagonisti (così come in quelle di tutti i cittadini – romani e stranieri – che ebbero la ventura di viverla).

Il cammino ideale degli incontri partirà dall’interessante precedente storico costituito dall’esperienza della Repubblica Romana di fine ’700, per giungere al sogno mazziniano di una Roma repubblicana al centro delle lotte unitarie di liberazione dallo straniero. Si tratterà poi delle rivoluzioni istituzionali e sociali indotte dai fatti del 1849, e della crisi indotta dall’aggressione bellica francese che, a partire dal 30 aprile, fece splendere il valore del generale Giuseppe Garibaldi, delle nutrite schiere di volontari chiamati a combattere nella calda estate d’assedio del ’49 e delle tante donne scese in campo per scrivere, combattere e prestare soccorso ai feriti. Con un occhio agli sconvolgimenti arrecati sul territorio dai cruenti scontri che ebbero luogo nelle ville delle delizie dell’aristocrazia romana, e alle straordinarie novità segnate nel campo della storia fotografica dalla realizzazione del primo reportage di guerra a oggi noto, si arriverà infine ad approfondire il lascito più alto di quell’esperienza: la straordinaria carta costituzionale emanata il 3 luglio 1849, mentre le truppe francesi entravano in città, a tutt’oggi viva in tanti passaggi della Costituzione italiana attualmente in vigore.

Il ciclo di incontri così articolato sarà dunque inaugurato sabato 16 marzo, alle 16.00, e prenderà il via con la conferenza della Prof.ssa Marina Formica dal titolo "Un illustre precedente: la Repubblica Romana del 1798-99", che approfondirà l’esperienza della prima Repubblica Romana dell’età moderna, interessante precedente per i fatti del 1849. Proclamata il 15 febbraio del 1798, grazie all’intervento delle truppe francesi, la Repubblica romana rappresentò infatti una svolta significativa nella storia dello Stato della Chiesa, per la sua portata politica, religiosa, culturale, civile.

Nell’arco di quei pochi mesi, il governo pontificio fu dichiarato decaduto e il papa Pio VI allontanato dai confini del regno mentre l’apparato amministrativo era profondamente rinnovato attraverso significativi cambiamenti e una massiccia immissione di laici in posti di responsabilità. Sottoposta al controllo diretto delle autorità civili e militari francesi, la vita politica romana del 1798-1799 soffrì di una contingenza bellica difficile, di una crisi finanziaria e inflazionistica senza precedenti, di una classe politica impreparata, di una presenza degli occupanti talora soffocante. Eppure, nonostante questi fattori negativi, il periodo del 1798-1799 assunse un carattere rilevante nella storia dello Stato della Chiesa poiché innanzitutto, per la prima volta, il governo dello Stato fu retto da laici, e non più da ecclesiastici, poi perché durante il biennio 1798-1799 fece la sua comparsa il giornalismo politico e furono inoltre fondati club e società rivoluzionarie finalizzate ad aggregare i patrioti tra loro, ad aprire spazi di critica politica, a istruire il popolo sui principi della Costituzione, a elaborare progetti per la trasformazione della società. La rivoluzione istituzionale contribuì insomma a sconvolgere e modificare la vita politica, sociale, culturale e associativa della provincia e della capitale e, in particolare, accelerò il processo di trasformazione e modernizzazione dell’apparato statale e dei servizi urbani, equiparando sotto molti aspetti la capitale di Roma alle altre capitali europee.