Ricerca, congelate 2mila assunzioni al Cnr: “Il 40% dei dipendenti è precario”
Sul piede di guerra oltre 1.869 precari, in attesa di stabilizzazione entro l'anno
Una vita da precari, con stipendi da fame e fughe all'estero. I dipendenti del Cnr scendono in piazza contro il congelamento delle assunzioni: 1.869 persone in attesa di essere stabilizzati.
È il numero di precari che dovrebbero essere stabilizzati dal Cnr entro la fine dell'anno, ma per i quali non è stata avviata, al momento, nessun procedura. Dubbi e rallentamenti che scatenano l'ira del mondo della ricerca, da anni direttamente penalizzato da tagli e da scarsa garanzia occupazionale. Basti pensare che circa il 40% dei dipendeti del Consiglio Nazionale della Ricerca è precario. Una vita, quella dei ricercatori italiani, troppo spesso passata tra promesse di rinnovo, stipendi al minimo e fughe all'estero in cerca di fortuna.
In piazzale Aldo Moro sono così scesi in prima linea gli stessi ricercatori, per protestare contro le lungaggini e le incertezze del sistema. “È preoccupante il ritardo nell’avvio del processo definitivo di assunzione soprattutto per quanti non hanno bisogno di essere sottoposti a ulteriori procedure selettive, rientrando perfettamente nei requisiti previsti dalla legge – commenta Sonia Ostrica, responsabile per la ricerca della Federazione UIL Scuola Rua - Chiediamo al Cnr, maggior ente di Ricerca Pubblica, di velocizzare le procedure, richiamandolo al completo rispetto delle norme: bisogna mettere i processi in garanzia ed evitare il più possibile di dare adito a ricorsi che rallentino queste stabilizzazioni, necessarie all’ente e indispensabili per ridurre le sacche di precariato ultra-decennale in cui i lavoratori sono fermi, per colpa anche di una politica che dimentica l’importanza della ricerca e dell’innovazione per lo sviluppo”.
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