Roma

Ricerca sui tumori infantili: il Bambin Gesù sperimenta il “gene suicida”

Un accordo tra l'Ospedale della Santa Sede e Bellicum per la ricerca contro le oncopatologie. Al Gemelli, invece, contro il cancro ci sono le neuroscienze

La ricerca fa importanti passi avanti nella cura dei tumori pediatrici. Le buone notizie arrivano dall'Ospedale Pediatrio Bambin Gesù e dal Policlinico Gemelli. Il primo fa sapere che è stata avviata una collaborazione con la Bellicum Pharmaceuticals per avviare uno studio sperimentale su nuove terapie per la cura delle patologie onco-ematologiche basate sull'uso del cosiddetto "gene suicida", ovvero il "CaspaCIDe".

Nel dettaglio, l’accordo riguarda lo sviluppo di prodotti di terapia cellulare avanzata ingegnerizzati per la produzione di linfociti modificati attraverso recettori chimerici e recettori T-linfocitari artificiali (CAR T e TCR) specifici per determinati antigeni, tra cui il CD19. “I due enti svilupperanno congiuntamente cellule e altre terapie cellulari messe a punto dal Bambino Gesù e ingegnerizzate con l’interruttore di sicurezza CaspaCIDe della Bellicum, chiamato anche “gene suicidia” progettato per ridurre o eliminare le cellule, quando si è in presenza di eventuali effetti collaterali legati alle cellule medesime” spiega l'Ospedale della Santa Sede.

In altre parole, saranno effettuate ricerche specifiche e studi clinici per testare l'applicazione di tali terapie ai piccoli pazienti e, inoltre, il Bambino Gesù produrrà, all’interno della sua officina farmaceutica, le cellule geneticamente modificate necessarie per le sperimentazioni europee, impiegabili in pazienti affetti da tumori dell’osso o leucemia mieloide acuta.

Un accordo che dà speranza ai bambini affetti da tumori del sangue (e alte patologi collegate) di tutto il mondo: “La combinazione tra l’interruttore di sicurezza, il cosiddetto “gene suicida” messo a punto da Bellicum,  con la nostra esperienza nel campo delle terapie geniche e cellulari rende questa partnership ideale per l’avanzamento rapido delle terapie cellulari avanzate di cui potrebbero beneficiare bambini e adulti affetti da patologie tumorali potenzialmente letali” ha dichiarato  Mariella Enoc, presidente dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù.

Le buone notizie non finiscono qui. Dal Policlinico Gemelli arrivano, invece, importanti novità per i bambini che devono sottoporsi ad interventi chirurgici per contrastare i tumori cerebrali. I ricercatori hanno chiamato in causa le neuroscienze e hanno così scoperto che con una valutazione neuro cognitiva in fase pre- operatoria è possibile ipotizzare una prognosi rispetto all’entità istologica di tumori cerebrali in età pediatrica. Ovvero, è emerso che, attraverso una valutazione con test cognitivi ad hoc, è possibile fornire ai genitori possibili ipotesi sulla prognosi del bambino, ovvero su quale sarà l’andamento della malattia, anche suggerendo le migliori strategie rispetto all'approccio neurochirurgico che si deciderà di adottare. La ricerca è stata presentata in occasione dell’annuale Congresso della Società Internazionale di Neurochirurgia Pediatric, che si è svolta a Kobe (Giappone) dal 23 al 27 ottobre.