Roma
Rifiuti, a Roma Pd e M5S si sfidano a colpi di responsabilità


L’opinione di Donato Robilotta. Governatore e sindaco trovano la convergenza sul no al termovalorizzatore
di Donato Robilotta
Come era immaginabile il Presidente della Regione, Nicola Zingaretti, e la sindaca di Roma Capitale, Virginia Raggi, mentre Pd e m5s se le stanno dando di santa ragione sui rifiuti e sulla gestione Ama, hanno trovato una forte convergenza nel dire no al termovalorizzatore respingendo l’appello all’assunzione di responsabilità da parte del Ministro Galletti.
Ma come si fa a dire che il termovalorizzatore non è né indispensabile né utile e poi programmare di portare i rifiuti all’estero perché mancano gli impianti?
E prevedere al posto del termovalorizzatore un piano di discariche di 10 milioni di metri cubi, a partire da quella di Roma Capitale?
La delibera sul fabbisogno approvata dalla giunta regionale, che si oppone al decreto sblocca impianti del Ministro Galletti, non si tiene in piedi perché è frutto di dati sbagliati e scritti per far tornare conti che non tornano comunque e questo è un fatto palese.
La raccolta differenziata nel 2016 viene già data al 55% quando Fortini in commissione sui rifiuti ha detto che è al 40%, con l’assessore Muraro che mette in discussione questi dati mentre alcuni esperti ritengono che non sia di molto superiore al 30%.
D’altra parte il Conai nel rapporto 2015, presentato pochi mesi fa, parla di una raccolta differenziata a Roma intorno al 32,5%.
La capacità di trattamento dei quattro tmb romani viene calcolata complessivamente pari a circa 920 mila tonnellate all’anno di rifiuti quando Fortini, oramai il vate del Pd romano, ha spiegato che i due impianti di Ama sono obsoleti, arcaici e sovraccarichi tanto che la capacità effettiva, e grazie ai due tmb privati, può essere stimata al massimo pari a 500 mila tonnellate.
Tenendo conto che la produzione dell’indifferenziato è pari a 1 milione100mila tonnellate si capisce bene perché i rifiuti devono essere portati all’estero.
Quanto ai termovalorizzatori nel Lazio ce ne sono due ma solo sulla carta perché uno, come sempre Fortini ha dichiarato in commissione, è obsoleto e funziona a singhiozzo.
I dati del Ministro Galletti sono quelli corrispondenti alla realtà, e il decreto sblocca impianti, dando per scontata la raccolta differenziata già al 65%, prevede oltre a quello di Malagrotta anche un quarto impianto.
Dire no, come fanno Zingaretti e Raggi, significa far diventare l’emergenza rifiuti strutturale, così diventa concreta la riapertura dell’infrazione europea e la necessità della nomina di un commissario all’emergenza che possa evitare alla Capitale l’onta che dovette subire Napoli qualche anno fa.