Roma

Rifiuti, A2A brucia Acea: inceneritore vista Capalbio, esplode rivolta local

Italia Nostra contro la Regione Lazio per bloccare il progetto di due impianti per il trattamento rifiuti a Tarquinia

Un mega inceneritore con un camino di 70 metri con vista su Tarquinia, Capalbio e l'Argentario. Sui rifiuti di Roma la soluzione arriva dalla società A2A di Brescia che “brucia” Acea nella corsa agli impianti necessari per l'emergenza romana.

A denunciare la corsa nella costruzione dell'inceneritore e un impianto di compostaggio è Italia Nostra che, dopo aver aperto ad agosto scorso la campagna estiva riaccende i riflettori sul progetto.

Scrive Italia Nostra: “Giungono con sinistra e sospetta sincronia dagli uffici della Regione Lazio – commenta Marzia Marzoli, presidente di Italia Nostra Etruria, degli inattesi ed incredibili aggiornamenti sulle procedure autorizzative di due diversi impianti di trattamento di rifiuti: uno per la costruzione di un mega inceneritore al confine meridionale del comune di Tarquinia con Civitavecchia e l’altro per l’ampliamento di un impianto di raccolta differenziata per il compostaggio anaerobico e la produzione di metano, cosiddetto biogas, in zona Olivastro lungo il corso del fiume Mignone. L'impianto a biogas è stato localizzato all’interno di zone agricole di pregio e l'inceneritore nelle immediate vicinanze di un territorio protetto da rigide norme di tutela comunitaria perché ricco di biodiversità e rari elementi florofaunistici protetti, non ultimo anche con importanti presenze archeologiche, segnalate dalle associazioni alla soprintendenza”.

Sulla qualità del progetto l'associazione precisa: “Entrambi gli impianti, frutto di una concezione vecchia e nociva del trattamento dei rifiuti – commenta ancora Marzoli - sono ampiamente sovradimensionati per sopperire ad un reale bisogno locale, svelando invece la volontà di utilizzare i due impianti per rifiuti di altre città e regioni. Questi due ecomostri, insieme alla famigerata centrale a carbone di Enel andrebbero a costituire l’ennesima mortifera servitù per altri territori ed altre regioni in danno di una popolazione da anni provata - dati epidemiologici alla mano - da una altissima incidenza di patologie neoplastiche e respiratorie che da troppo tempo funestano la vita di numerosissime famiglie di questo territorio”.E parte la mobilitazione: “Contro il progetto in località Pian D’Organo- Pian Dei Cipressi a Tarquinia. Italia Nostra Etruria, promuove, in collaborazione con altre associazioni locali, una assemblea pubblica per il 22 novembre 2019 alle 17 nell’aula consiliare del Comune di Tarquinia”.