Roma

Rifiuti, bugie e promesse: l'affare su Roma trasforma la monnezza in oro

di Franco Pasqualetti

Gualtieri ammette che il Termovalorizzatore non sarà pronto prima fine 2026, con molta probabilità a inizio 2027 e serviranno mesi di rodaggio

Rifiuti, bugie e promesse. L'affare della monnezza di Roma diventa un business sempre più grande. E, con il Giubileo alle porte, la paura di una Roma invasa da sacchetti di immondizia fa saltare tutti gli schemi.

Ecco allora che, dal termovalorizzatore ai nuovi fondi extra per spedire le balle all'estero, passando per gli impianti a Frosinone e le grandi manovre della Regione tutto ruota attorno all'oro degli anni 2000: i rifiuti.

L'ammissione di Gualtieri: "Termovalorizzatore? Dopo il 2026"

Per la prima volta, nonostante fosse ormai una notizia di dominio pubblico, il sindaco Gualtieri ha parlato di Tmb. E, tra le amenità di ceneri che si trasformeranno in asfalto contro le buche di Roma e promesse di bollette Tari ed elettricità più basse, il sindaco ha confermato che l'opera non sarà mai pronta per il Giubileo, che forse sarà operativa per fine 2026, ma quasi certamente l'avvio ci sarà nel 2027, "con qualche mese per andare a regime. Poi essendoci una gara è possibile anche anticipare i tempi ma quello è il tempo massimo. Noi siamo per correre”. Quindi, se fosse un film sarebbe 2027 odissea nella monnezza. 

Il libro dei sogni del sindaco

Per addolcire la pillola Gualtieri ha dovuto aprire il suo libro dei sogni, quello che viene tirato fuori ad ogni occasione scomoda a mo' di exit strategy: "Sarà un termovalorizzatore con le tecnologie più avanzate del mondo. Non si farà solo energia ma le ceneri diventeranno materiali da costruzione: con i residui della termovalorizzazione faremo le strade e i marciapiedi e con il biometano prodotto dai biodigestori che realizzeremo ci faremo andare i mezzi di Atac", ha aggiunto.

Giubileo? Rifiuti all'estero

Ama ha messo a bando "circa 600 mila tonnellate di rifiuti per 36 mesi, con una gara che stiamo facendo gestire dalla centrale di committenza di Invitalia, costruita e bandita prima del 24 dicembre, quando un incendio ha colpito il Tmb di Malagrotta. La gara tiene conto di un incremento del 25 per cento che stimiamo per il periodo giubilare di circa 200 mila tonnellate, il valore più o meno è di circa 500 milioni di euro nell'arco di 36 mesi". Lo ha detto il presidente del Consiglio di amministrazione di Ama, Daniele Pace, intervenendo in Commissione parlamentare d’inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su altri illeciti ambientali e agroalimentari. La quantità di rifiuti gestita dal Tmb di Malagrotta oggi fuori servizio "sta fuori dalla gara perché quando l'abbiamo bandita lancora funzionava, quindi non c'era necessità di mettere a bando quella quantità di rifiuto", ha concluso Pace.

La caccia alle streghe

Ma il buon Pace non ha parlato solo di rifiuti da spedire con cifre da molti zeri all'estero, ma ha voluto puntare il dito sul tasso di evasione della Tari. "A Roma c'è sicuramente una differenza rilevante tra i pod, i numeri dei contatori dell'energia elettrica di utenze domestiche e non domestiche, e i soggetti che pagano la Tari, di utenze domestiche e non domestiche, circa 1,7 milioni contro 1,4 milioni, ovvero circa 300 mila posizioni su Roma Capitale". Lo ha detto il presidente del Consiglio di amministrazione di Ama, Daniele Pace, intervenendo in Commissione parlamentare d’inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su altri illeciti ambientali e agroalimentari.

La mossa della Regione

A trainare il carro ci sta pensando l'assessore Ghera che, con acume e visione, sta lavorando sotto traccia per evitare un nuovo caso Roma nelle altre province laziali. Una memoria di giunta regionale dice sì, tra le righe, al termovalorizzatore del sindaco e commissario per il Giubileo Roberto Gualtieri. A firmarla è proprio l'assessore al Ciclo dei Rifiuti. Nei fatti non è altro che un ribadire alcune linee di indirizzo per modificare il piano rifiuti regionale, licenziato dall'ex giunta Zingaretti, già specificate in una delibera di giunta dello scorso settembre. Due i punti chiave: "incentivare il ricorso alla raccolta differenziata dei rifiuti domiciliare (porta a porta) da parte degli enti locali e a sistemi puntuali per il pagamento del servizio di raccolta" e "conseguire l'autosufficienza impiantistica su base territoriale". 

La carta di Frosinone

L'idea della Regione è quella di accellerare al massimo sull'impianto di Frosinone e lavorare sui centri di Rieti, Latina e Viterbo. Una scelta legata anche al business: se Roma ha bisogno di spedire i rifiuti all'estero, pagando cifre iperboliche, potranno entrare nei bandi anche gli impianti laziali che beneficierebbero di gettiti paurosi in attesa del termovalorizzatore romano. Insomma il domino della monnezza è tutto qua.

 

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