Roma
Rifiuti, Cerroni senza pace: chiesto il processo per l'ex patron di Malagrotta
Nuova richiesta di rivio a giudizio della Procura, a poco più di un mese da una storica assoluzione
Manlio Cerroni senza pace, processo infinito all'ex patron della discarica di Malagrotta. A poco più di un mese dall'assoluzione dalle accuse di traffico illecito di rifiuti, la Procura di Roma chiede nuovamente il rinvio a giudizio per Cerrroni.
Nuovi guai giudiziari per Cerroni, coinvolto in qualità di proprietario del consorzio Colari (attualmentea ancora commissariato) per altre sei persone, con i reati ipotizzati che atrebbero, a seconda delle posizioni, dalla gestione abusiva dei rifuti allabuso d'ufficio, fino alla frode in pubbliche forniture. I fatti riguarderebbero il malfunzionamento dal 2006 al 2013 di due impianti di Tmb Malagrotta1 e Malagrotta2, da cui il consorzio avrenne ricavato ingenti vantaggi economici, e il tritovagliatore installato a Rocca Cencia nella primavera del 2013 "in assenza di un'autorizzazione regionale" quando Roma e Provincia erano in pienaemergenza. Anche in questo caso secondo la Procura, Cerroni avrebbe ottenuto un'inguito profitto.
La richieta di processo coinvolge anche il braccio destro di Cerroni, Francesco Rando, l'allora direttore tecnico dei due Tmb, Paolo Stella, l'ex dg di Ama Giovanni Fiscon, e poi Piero Giovi (gestore di fatto della discarica di Malagrotta e dell'annesso gassificatore), l'ex presidente di Colari, Candido Saioni, l'ex dirigente del dipartimento Ambiente della Provicina di Roma, Claudio Vesselli, e Giuseppe Porcarelli, legale rappresentante dell'omonima ditta che ha ottuento in affitto da Colari nel 2017 il ramo d'azienda relativo al tritovagliatore di Rocca Cencia. Nella vicenda parti offese sono la Regione Lazio, Roma Capitale a Ama spa.