Roma

Rifiuti e Cerroni, si organizza un nuovo maxi processo sui Tmb di Roma

Tmb di Rocca Cencia e Malagrotta non autorizzati e guasti: i sospetti della Procura potrebbero portare a un nuovo maxi processo

Rifiuti a Roma, per Cerroni si aprono le porte a un nuovo processo. Stavolta non è per la discarica di Malagrotta ma per il blocco dei tritovagliatori di Rocca Cencia e Malagrotta che hanno aperto la strada all'inchiesta del solito piemme “monnezzaro” Alberto Galanti.

La Procura sospetta che il tritovagliatore di Rocca Cencia (installato nell'aprile del 2013 quando Goffredo Sottile era commissario per l'emergenza rifiuti di Roma e Provincia) abbia funzionato per almeno tre anni senza le necessarie autorizzazioni regionali: ciò avrebbe consentito al consorzio Colari di ottenere un ingiusto profitto tra i 700mila euro e il milione a settimana dal 7 settembre 2014 (data entro la quale Colari avrebbe dovuto presentare richiesta di autorizzazione in Regione) al 10 luglio 2017 (quando la Regione rilasciò effettivamente il titolo). Quanto ai due tmb di Malagrotta, il pm Galanti ritiene che il loro malfunzionamento dal 2006 al 2013, "a seguito dell'illecito accordo tra Ama e Colari", abbia fatto si' che "oltre due milioni di tonnellate di rifiuti indifferenziati, che potevano e dovevano essere trattati nei due impianti, siano stati inviati direttamente a discarica senza alcun trattamento". In questo caso il gestore della discarica avrebbe percepito un "indebito corrispettivo pari a 3.241.008,81 euro".

A rischiare il processo, per reati che, a seconda delle posizioni, vanno dal traffico illecito di rifiuti, frode in pubbliche forniture e abuso d'ufficio, sono l'ex proprietario del Colari Manlio Cerroni, già patron della discarica di Malagrotta, il suo collaboratore Francesco Rando, l'ex direttore tecnico dei tmb, Paolo Stella, l'ex dg di Ama, Giovanni Fiscon, l'ex presidente del Colari, Candido Saioni, l'ex dirigente del dipartimento Ambiente della Provincia di Roma, Claudio Vesselli, e Giuseppe Porcarelli, legale rappresentante dell'omonima ditta.

Il 30 maggio prossimo, il gup Massimo Di Lauro deciderà sull'eventuali parti civili e sulla richiesta di rinvio a giudizio per sette persone avanzata dal pm Alberto Galanti. Roma Capitale e la Regione Lazio hanno comunicato la richiesta di costituirsi parte civile.