Roma
Rifiuti: come l'Udc, battaglia Radicale contro il caos M5S del Comune di Roma
A Roma l'emergenza rifiuti diventa battaglia politica tra Radicali e M5S. Capriccioli dimentica le inadepienze della Regione
Emergenza rifiuti a Roma, la discarica che non c'è e il balletto a colpi di comunicati tra il sindaco Virginia Raggi e la Regione Lazio: in mezzo il vizietto tutto romano di balle, fake news e omissioni coperte dalla politica.
C'era un tempo in cui l'Udc con pochi voti sedeva in ogni governo con la politica dei “due forni” e ora il ruolo del panettiere tocca ai Radicali che sui rifiuti che invadono Roma hanno concentrato la loro battaglia.
Scrivono i Radicali nell'ennesimo affondo contro il Movimento Cinque Stelle. “Quando il M5S capirà che la richiesta di un sito dove costruire una discarica spetta all'Ama o a un privato, che deve scegliere tra le zone bianche indicate dalla Città Metropolitana, e che la Regione Lazio può solo autorizzare o meno la costruzione dell'impianto, sarà sempre troppo tardi".
Parole sante quelle di Alessandro Capriccioli e Massimiliano Iervolino che però quando si tratta di mettere all'angolo la Regione Lazio e e indaempienze istituzionali in materia di rifiuti riescono nell'operazione impossibile di negare l'evidenza. Se è vero che l'eventuale discarica va indicata da Virginia Raggi in qualità di sindaco dell'Area Metropolitana per via dell'Ato (ambito di riferimento territoriale), è altrettanto vero che sui termvalorizzatori la responsabilità di adempiere al Decreto Renzi è tutta regionale, poiché la Regione ha superato ampiamente i termini previsti per indicare gli impianti necessari al fabbisogno regionale.
E che fanno i Radicali del monogruppo guidato da Capriccioli? Mentre l'M5S chiede il commissariamento del Comune perché “ non sta presentando una formale richiesta di discarica per evidenti motivi di convenienza politica” e ricordano come “l'unica attività compiuta da Raggi, è quella di spedire l'immondizia di Roma in giro per l'Italia, come se questa fosse una soluzione reale per risolvere una situazione ormai al collasso e destinata a peggiorare nei prossimi mesi, a causa del caldo e del normale ridimensionamento del personale durante l'estate” sulla Regione che si è opposta al quarto impianto di termovalorizzazione previsto dal Piano Nazionale, sorvolano allegramente dimenticando in un solo colpo che non ci sono neanche gli altri due e che l'unico in funziona è quello di San Vittore.
Piccola dimenticanza? Succede quando si è in maggioranza. Due forni. Proprio come l'Udc di un tempo.