Roma
Rifiuti: crolla il “grande accusatore”. Passi falsi e amnesie nel controesame
di Valentina Renzopaoli
Un imprenditore capace di muoversi a suo agio nei meandri delle stanze istituzionali, abituato a dialogare in modo confidenziale con i diversi politici locali, in grado di chiedere e dare consigli sul da da farsi a sindaci, consiglieri comunali, dirigenti regionali. E' il ritratto che emerge, dopo sei ore di contro-esame, di Fabio Altissimi, l'uomo che ha accusato il “re” di Malagrotta di essere a capo di una cupola malavitosa capace di monopolizzare il settore dei rifiuti, e che lamenta da anni di essere stato ostacolato a svolgere la sua attività. Uno dopo l'altro, i legali dei principali imputati del mega processo sui rifiuti, hanno tentato di sgretolare la tesi accusatoria ricostruita nel corso dell'esame diretto del pm Alberto Galanti: ovvero che Altissimi, titolare della Rida Ambiente, sia stato penalizzato, anche a livello istituzionale, nella sua attività imprenditoriale a favore delle società riconducibili alla galassia Cerroni. Un'udienza fiume in cui le difese, che si giocavano buona parte della partita, hanno anche provato ad andare oltre, cercando di dimostrare che, oltre a non essere stato avversato da nessuno, Altissimi sarebbe persino riuscito ad ottenere l'ormai famosa determinazione della tariffa, necessaria per poter conferire nel suo impianto i rifiuti solidi urbani dei comuni, in soli sette giorni. Secondo quanto ricostruito dall'avvocato Domenico Oropallo, difensore di Luca Fegatelli, l'ex dirigente della Regione Lazio, Altissimi avrebbe presentato ufficialmente istanza per la determinazione della tariffa il 20 luglio 2010 e il 28 luglio la pratica sarebbe giunta a buon fine. Tempi da record, viste le proverbiali lungaggini burocratiche degli enti pubblici. Un dettaglio emblematico che, a detta degli avvocati, serve a far emergere le contraddizioni dell'accusa.
Altro nodo cruciale dell'esame: i colloqui registrati sull'utenza di Altissimi, che secondo la difesa, getterebbero più di un'ombra sui comportamenti del titolare della Rida, in particolare quelle che coinvolgono anche i suoi avvocati Francesco Fonderico, Francesco Rea e Michele Proverbio. Intercettazioni che farebbero ipotizzare che Altissimi potesse aver avuto accesso ad informazioni riservate su una fase delicata dell'indagine penale, circa la possibile emissione di misure cautelari carico degli imputati. Sull'esame delle intercettazioni c'era parecchia attesa. Aspettative deluse: il testimone chiave è sembrato aver perso improvvisamente la memoria. Una sequenza di “non ricordo” e “non so cosa volevo intendere”, fino all'inatteso passo falso “se fosse vero tutto quello che dico sarebbe bellissimo”, un assist insperato alle difese dei sette imputati del processo Cerroni, una battuta che ha fatto storcere naso, occhi e bocca al pm Alberto Galanti.
A favore di Fabio Altissimi invece è arrivata la notizia della richiesta di archiviazione, presentata dal pm Cristina Pigozzi relativa al procedimento che era stato aperto dalla Procura di Latina per verificare la congruità delle tariffe applicate ai Comuni per conferire spazzatura nell'impianto della Rida. Il sospetto era che l'azienda guidata da Altissimi potesse aver dichiarato quantitativi di rifiuti diversi da quelli effettivamente trattati, in modo da garantirsi un extraguadagno. Ma, dopo aver disposto una consulenza tecnica per determinare la correttezza nella procedura di configurazione della tariffa, il pm ha deciso di chiedere l'archiviazione.