Roma

Rifiuti di Roma in Toscana, una goccia nel mare. Scontro M5S-Pd: “Colpa loro”

Il decreto del Governo ha previsto nuovi impianti ma Raggi e Zingaretti non li autorizzano

di Donato Robilotta

La notizia che la regione Toscana ha accettato di trattare nei propri impianti 20 mila tonnellate di rifiuti nei prossimi sei mesi, circa 130 tonnellate al giorno, ha scatenato una polemica incredibile tra esponenti del Pd e dei 5 Stelle.

 

L’assessore Buschini e tutta l’artiglieria zingarettiana hanno magnificato il risultato raggiunto dichiarando che ancora una volta la Regione ha salvato Roma dal disastro.
Dall’altro esponenti dei 5 stelle, come il presidente della commissione ambiente del Campidoglio, Daniele Diaco, hanno subito ribattuto dichiarando che la responsabilità è della Regione che non si è dotata in questi anni di una impiantistica sufficiente a trattare i rifiuti.
Insomma sembra di stare su scherzi a parte con le due amministrazioni che se le danno di santa ragione pur di non assumersi le proprie responsabilità.
Intanto non si rendono conto che 20mila tonnellate in sei mesi sono una inezia rispetto alla quantità di rifiuti che la sola Capitale produce in un anno, pari a circa 1 milione e 100 mila tonnellate di indifferenziato. Con gli attuali impianti di Tmb, i due di Ama e i due di Colari, che al massimo, vista la pessima condizione degli impianti Ama tanto che l’assessore capitolina Montanari ne ha annunciato la futura chiusura, possono trattare meno di 700 mila tonnellate all’anno di rifiuti. Con un gap di trattamento pari a 400 mila tonnellate, circa 1.200 tonnellate al giorno.

E la situazione è più grave di quanto raccontano perché, solo per fare un esempio, l’impianto Saf di Colfelice, che trattava grossi quantitativi dei rifiuti romani, avrebbe detto di no in questi giorni dopo l’indicazione dei Sindaci della provincia di Frosinone, proprietari dell’impianto.
Non solo, i rifiuti trattati dai Tmb romani producono Cdr/Css e fos/scarti che devono essere portati rispettivamente in termovalorizzatori e discariche in altre zone della Regione o fuori, perché a Roma manca sia la discarica di servizio che il termovalorizzatore.
La sindaca Raggi si rifiuta di individuare la discarica di servizio e viene attaccata per questo dall’assessore Buschini, che dimentica però che Zingaretti ha consentito a Marino di chiudere la discarica di Malagrotta senza aver trovato un sito alternativo.

L’altro grande paradosso è che a Roma, a Malagrotta, c’è un impianto di termovalorizzazione, in parte costruito, previsto sia dal piano regionale che dal decreto sblocca Italia del Governo Renzi, ma non viene autorizzato a entrare in funzione a causa del No del Presidente Zingaretti e della Sindaca Raggi.
Quanto agli impianti che l’amministrazione Raggi ha deliberato di costruire per risolvere la questione rifiuti, credo che il presidente Diaco faccia una grande confusione, perché si tratta di due impianti per trattare l’umido prodotto dalla raccolta differenziata e non l’indifferenziato.
Oggi Roma ha solo un impianto per trattare l’umido, quello di Maccarese, da 30mila t/a che non copre affatto l’attuale fabbisogno di circa 250 mila t/a. I due nuovi impianti, annunciati come salvifici, ma di cui non si sa ancora né dove né quando verranno costruiti, che dovrebbero trattare circa 50 mila t/a, risultano alla luce di questi dati altamente insufficienti rispetto all’attuale fabbisogno.

L'impianto di Colleferro

Ma la situazione complessiva della gestione dei rifiuti risulta ancora più grave se pensiamo che tutte le discariche del Lazio sono piene e il secondo termovalorizzatore in esercizio, quello di Colleferro, alle porte di Roma, è chiuso da circa un anno e il suo futuro è molto incerto.
La Regione, proprietaria dell’impianto, tramite la società Lazio Ambiente, che vede una piccola compartecipazione dell’Ama, ha deciso da tempo di liquidare la società, per quanto riguarda lo spazzamento dei comuni del circondario, di effettuare il revamping dell’impianto e di metterlo sul mercato.
Solo che il Sindaco di Colleferro, del Pd, guida la rivolta dei cittadini e sta facendo di tutto, da ordinanze bocciate dal Tar ad atti eclatanti, per impedire il revamping dell’impianto.
Addirittura l’altra sera si è messo di traverso lungo la strada per impedire l’accesso all’impianto a un tir, carico dei pezzi di ricambi della caldaia, che ora è parcheggiato non molto distante.
E la cosa grave è che tutto questo avviene nel silenzio assordante di Zingaretti che dovrebbe invece usare tutti gli strumenti e i poteri che la legge gli assegna per consentire il revamping dell’impianto che altrimenti rischia di diventare un ferro vecchio.
Nel frattempo, Lazio Ambiente a causa della rescissione dei contratti di raccolta rifiuti al 31 Dicembre, della chiusura della discarica di Colle Fagiolara, per lavori di allargamento e conseguente passaggio di gestione al Comune di Colleferro, e della chiusura del termovalorizzatore, per effettuare il revamping, ha comunicato all’assessore Buschini l’eccedenza di personale pari a 328 dipendenti su 369.

* Donato Robilotta, già Assessore agli Affari Istituzionali