Roma

Rifiuti, esplode la guerra per la discarica di Falcognana: caos sull'Ardeatina

L'idea di utilizzare la discarica di Falcognana per placare l'emergenza rifiuti a Roma preoccupa la zona: Brunetta e Rampelli scrivono al ministro Costa

Emergenza rifiuti a Roma, esplode la guerra per la discarica di Falcognana: gli abitanti della zona sulla via Ardeatina in rivolta si oppongono al possibile conferimento, anche provvisorio, di rifiuti nella sito di proprirtà della Ecofer. E i deputati Brunetta e Rampelli richiedono l'intervento del ministro Costa per smontare sul nascere questa possibile soluzione.

 

La questione, secondo il deputato di Forza Italia Renato Brunetta ed il vice presidente della Camera di Fratelli d'Italia Fabio Rampelli che hanno presentato un'interpellanza a riguardo, non motivo di esistere. Attraverso un'infinità di articoli inseriti in leggi, direttive e regolamenti vari, i due deputati hanno smontato sul nascere l'ipotesi che stava balenando nelle teste di coloro che stanno cercando una soluzione all'emergenza rifiuti.

“L’articolo 13 della Direttiva 2008/98/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 19 novembre 2008 – si legge nell'interpellanza –, prevede che la gestione dei rifiuti sia effettuata senza danneggiare la salute umana, senza recare pregiudizio all’ambiente ed in particolare: senza creare rischi per l’acqua, l’aria, il suolo, la flora o la fauna, né causare inconvenienti da rumori od odori né danneggiare il passaggio o i siti di particolare interesse; l’articolo 178 del D.Lgs 152/2006 stabilisce che la gestione dei rifiuti è effettuata conformemente ai principi di precauzione, di prevenzione, di sostenibilità, di proporzionalità, di responsabilizzazione e di cooperazione tra tutti i soggetti coinvolti nella produzione, nella distribuzione, nell’utilizzo e nel consumo di beni da cui originano i rifiuti, nonché del principio chi inquina paga. A tal fine la gestione dei rifiuti è effettuata secondo criteri di efficacia, efficienza, economicità, trasparenza, fattibilità tecnica ed economica, nonché nel rispetto delle norme vigenti in materia di partecipazione e di accesso alle informazioni ambientali; la direttiva europea 2008/98/CE stabilisce un quadro giuridico per il trattamento dei rifiuti all’interno dell’Unione; l’art. 707 del Codice della Navigazione ed il capitolo 4 paragrafo 12 del Regolamento per l’esercizio degli aeroporti mette in capo all’Ente nazionale per l’aviazione civile il compito di identificare le attività presenti sul territorio che potrebbero essere potenzialmente pericolose per la navigazione; e che l’art 711 prescrive che nelle zone di cui all’art. 707, sono soggette a limitazioni le attività che, come lo smaltimento dei rifiuti, costituiscono un potenziale richiamo per la fauna selvatica o comunque un pericolo per la navigazione aerea”.

A questi articoli vanno poi aggiunte le direttive dell'Enac, l'Ente Nazionale per l'Aviazione Civile: “l’Enac individua le zone da sottoporre a vincolo nelle aree limitrofe agli aeroporti e stabilisce le limitazioni relative ai potenziali pericoli per la navigazione e che, in particolare la realizzazione e l’esercizio delle attività di smaltimento dei rifiuti, fatte salve le competenze delle autorità preposte, sono subordinate all’autorizzazione Enac, che ne accerta il grado di pericolosità ai fini della sicurezza della navigazione aerea; il paragrafo 7.9 del cap. 7 parte 3 dell’ICAO Airport Service Manual (Doc. ICAO 9137 – AN/898) indica in 13 km dal sedime aeroportuale il limite per l’insediamento di attività di smaltimento, l’area di Falcognana dista 4,7 km dall’aeroporto di Ciampino”.

Poi viene tirato in ballo il problema delle condizioni della viabilità di via Ardeatina e dei vincoli paesaggistici presenti in zona. “Le condizioni della viabilità dell’area interessata da tale eventuale decisione (quadrante Ardeatina-Laurentina di Roma) – continuano Brunetta e Rampelli – sono particolarmente critiche poiché la zona è già al collasso ed è inadeguata a sopportare un ulteriore aggravio di traffico pesante; la Via Ardeatina da dicembre 2012 è interessata da un divieto di transito ai mezzi pesanti oltre 3,5 metri di altezza e 6,5 tonnellate di peso; gran parte della località di Falcognana, dove risiedono decine di migliaia di cittadini, è ricompresa all’interno del Parco Regionale di Decima-Malafede, del Parco dell’Appia Antica e dal 2010 è sottoposta a vincolo paesaggistico con la 'Dichiarazione di Notevole interesse Pubblico' emessa dal Ministero dei Beni Culturali, con D.M. del 25 gennaio 2010; nel sito proposto si è in presenza di una alta permeabilità del terreno testimoniata dal fitto reticolo idrografico secondario all’affluente fosso dei Radicelli al fiume Tevere; l’eventuale discarica si troverebbe a circa 1 km dal Santuario del Divino Amore, luogo di culto famoso in tutto il mondo, e sottoposto a Vincolo Monumentale. Inoltre in questo quadrante sono già operanti numerose discariche: due a Porta Medaglia, due in Via Ardeatina, una a Fioranello, una a Selvotta, nonché diversi recuperi ambientali tra la Via Laurentina e Santa Palomba ed una discarica per rifiuti pericolosi a Falcognana, nei territori appena limitrofi è presente la discarica di Albano Laziale, Roncigliano e Pomezia; l’Area è caratterizzata da forti concentrazioni di gas radon che ha reso necessario un monitoraggio del gas sia indoor che outdoor; che il Tar del Lazio con sentenza n.05600/2017, confermata poi dal Consiglio di Stato, ha negato alla soc. Ecofer l’aumento dei codici CER relativi anche ai rifiuti solidi urbani”.

L'interpellanza termina con lo “spoiler” di cosa succederebbe in caso venga scelto il sito di Falcognana per il conferimento di una parte dei rifiuti romani: “È necessario perciò capire con urgenza – concludono i deputati di Forza Italia e Fratelli d'Italia – quali iniziative il ministro Costa intenda assumere per affrontare l’emergenza dei rifiuti a Roma superando contraddizioni e incapacità e per garantire ai cittadini che in nessun caso sarà consentito un trattamento dei rifiuti anche inerti non rispondente alle normative europee, nazionali e regionali. In caso contrario, si esporrebbe alla denuncia presso il Tribunale dei Ministri”.