Rifiuti, l'ex prefetto di Roma Sottile rinviato a giudizio. Parte Cerroni Bis
di Valentina Renzopaoli
Rinvio a giudizio, l'ennesimo, per il “Supremo” Manlio Cerroni, ma anche per l'ex prefetto e commissario straordinario per l'emergenza rifiuti Goffredo Sottile, che dovrà essere giudicato per il reato di falso. In contemporanea con il procedimento sulla gestione dei rifiuti di Roma e provincia, che si sta svolgendo da oltre due anni con il rito immediato, quindi, partirà anche un “ordinario” che dovrà discutere di situazioni praticamente analoghe a quelle già in fase di dibattimento. Si comincia, il 9 febbraio 2017, davanti la II Sezione penale.
A Sottile si contesta l'episodio più recente dell'intero fascicolo, ovvero l'emanazione di un provvedimento autorizzativo “sulla base di presupposti di fatto ideologicamente falsi”, avvenuto il 27 dicembre 2012. Il reato andrà in prescrizione a metà 2020.
Ma di Monnezzopoli parte II, l'inchiesta originaria da cui è poi scaturito il maxi processo sulla gestione dei rifiuti in corso da oltre due anni con il rito immediato, in realtà rimane in piedi ben poco.
Dei venti capi di imputazione iniziali che coinvolgevano diciotto imputati, infatti, quasi tutti sono stati dichiarati prescritti. L'indagine del “solito” pm Alberto Galanti, è rimasta misteriosamente ferma due anni, prima di arrivare davanti al giudice per le indagini preliminari, Nicola di Grazia.
Salvato dalla prescrizione Giovanni Hermanin, ex presidente di Ama ed ex assessore di Walter Veltroni: gli si contestava il reato di falso ideologico. La posizione del personaggio più illustre, l'ex governatore della Regione Lazio Piero Marrazzo, era stata stralciata lo scorso 18 aprile per un vizio formale.
Il novantenne Cerroni, alla fine, andrà a processo solo per un paio di capi di imputazione: abuso d'ufficio e falso per la questione legata alla tariffa della Rida Ambiente, e discarica abusiva per metalli in relazione all'impianto di Albano Laziale. Declaratoria di estinzione del reato per avvenuta prescrizione e quindi non luogo a procedere per tutto il resto.