Roma
Rifiuti, il Colari: “I danni della pessima gestione li pagheranno i romani”
Il Consorzio che faceva capo a Cerroni: “Da 7 anni presentate istanze per una discarica”. La storia
E sui rifiuti, arriva puntuale e polemico l'intervento del consorzio Colari, la creatura di Manlio Cerroni, ora affidata all'avvocato Candido Saioni.
Scrive Saioni in una nota: “Leggiamo dai giornali e vediamo in tv del rimpiattino istituzionale tra Regione e Comune per l’individuazione del sito per la discarica di servizio di Roma. Sembra che solo oggi, sotto la spinta dello stato indecente in cui versa la Città, e nella logica dello scontro politico, ci si sia resi conti della indispensabilità per Roma di una discarica di servizio dimenticando che da ben 7 anni sono state presentate proposte ed istanze a chi di dovere che avrebbero potuto risolvere definitivamente il problema in previsione della chiusura di Malagrotta, avvenuta il 30 settembre 2013.
I siti delle migliaia di discariche realizzate in Italia, a partire dalla Delibera Interministeriale del 1956 ad oggi, non sono stati indicati dalle Autorità ma proposti da imprenditori privati o da aziende pubbliche all’autorità competente che li ha di volta in volta autorizzati dopo specifica istruttoria.
La storia della discarica di servizio di Roma è chiara e va ricordata:
a) il 12 ottobre del 2009, con l’approssimarsi della chiusura di Malagrotta, per esaurimento delle volumetrie, il Colari ha presentato alla Regione una richiesta di autorizzazione per una discarica alternativa nei siti di Quadro Alto e Pian dell’Olmo. La proposta del Colari venne presentata in esecuzione della Legge Regionale n. 27 del 9 luglio 1998 che prevedeva il rilascio dell’autorizzazione entro 90 giorni dalla domanda. Su richiesta del Sindaco Alemanno, il Colari dichiarò, per superare la solita cantilena sul monopolista (1), la disponibilità a gestire con AMA l’operazione discarica di servizio attraverso un soggetto giuridico ad hoc. Ma invano.
b) la Regione omise l’istruttoria e chiese al Governo la nomina di un Commissario per l’emergenza rifiuti che, con poteri straordinari, decidesse la realizzazione della discarica alternativa a Malagrotta. Fu nominato il Prefetto Pecoraro.
c) Il 25 ottobre 2011, con Decreto n.208625/2011, il Commissario Pecoraro individuò come idonei i siti di Corcolle e di Quadro Alto tra gli 8 proposti dalla Regione ma, una volta decaduto Corcolle, si dimise senza portare avanti la soluzione Quadro Alto di proprietà del Colari. Così Roma è rimasta fino ad oggi senza discarica di servizio ed ha dovuto ricorrere all’utilizzo di discariche che vanno dalla Lombardia all’Emilia, alla Toscana fino in Puglia.
d) Terminato il Commissariamento nel 2013, abbiamo da quella data in poi e fino ai giorni nostri, continuato a sollecitare più volte la Regione ad esprimersi ricordando anche le caratteristiche della nuova discarica di servizio, che non è per nulla paragonabile al vecchio concetto di discarica, dovendo ricevere solo i residui dei rifiuti già trattati dagli impianti.
Per avere una risposta si è perfino ricorsi al TAR per la nomina di un Commissario ad acta.
Questa inerzia, si fa per dire, ha procurato e procura giornalmente alla Città danni economici, ambientali e di immagine inenarrabili, non solo per la mancanza della discarica di servizio, ma anche per il trasferimento dei rifiuti indifferenziati all’estero, tant’è che siamo tornati nell’occhio del ciclone di una probabile pesante sanzione comunitaria per la esportazione di rifiuti indifferenziati in violazione dei fondamentali principi, sanciti dalla normativa europea, dell’autosufficienza e prossimità, che impongono agli Stati membri di trattare e smaltire i rifiuti urbani indifferenziati nei territori regionali di produzione.
Oggi purtroppo questi danni li pagano i Romani, ma i responsabili saranno prima o poi chiamati a risponderne”.