Roma

Rifiuti, il demone Cerroni rompe il silenzio. Il 3 maggio interrogatorio show

La “cricca della monnezza romana” affronta l'accusa. Ma è processo infinito

di Valentina Renzopaoli

Processo Cerroni, ci sono voluti 34 mesi, ovvero quasi tre anni, per cominciare ad ascoltare in aula gli imputati di un'inchiesta, definita all'epoca storica, che avrebbe dovuto “liberare” Roma dagli artigli del monopolista dei rifiuti e consentire di aprire una nuova fase nella gestione complessa del sistema “monnezza”.

 


Ma Roma è ancora invasa dai rifiuti, incapace di costruire un modello alternativo, e nel pieno di una nuova ennesima emergenza, aggravata dalla sentenza del Consiglio di Stato che ha deciso di fare rivivere un’interdittiva antimafia datata gennaio 2014 nei confronti degli impianti delle società della galassia Cerroni proprietarie di due tmb di Roma a Malagrotta, del tritovagliatore di Rocca Cencia e del tmb di Albano. Proprio in attesa dell'esito giudiziario che sembra non arrivare mai.

Doveva essere un processo lampo
Il maxiprocesso, che paradossalmente si sta svolgendo con il rito “immediato” dal giungo 2014, è finalmente arrivato ad un momento cruciale: l'esame della “cricca” accusata tra l'altro di associazione a delinquere.
Il 31 marzo è stato ascoltato Giuseppe Sicignano, dipendente della società E. Giovi e coordinatore delle attività operative nell'impianto e nella discarica di Albano Laziale della Pontina Ambiente.
Giovedì 14 aprile sarà la volta di Francesco Rando, amministratore unico di alcune imprese riconducibili a Cerroni e amico storico del patron di Malagrotta.

Il giorno del giudizio
Il giorno più atteso è senza dubbio quello del Supremo: Manlio Cerroni, secondo il programma stabilito dal Tribunale, sarà esaminato il 3 maggio. C'è chi si aspetta un esame fiume, l'ex re della monnezza aspetta da oltre tre anni questo momento per poter spiegare la sua posizione e le sue ragioni.
Il calendario prosegue con l'udienza del 10 maggio quando, se i tempi verranno rispettati, sarà ascoltato Luca Fegatelli, l'ex dirigente dell’Area Rifiuti della Regione Lazio. Infine sarà la volta di Bruno Landi, ex manager della Pontina Ambiente, il 19 maggio.
Gli altri imputati, Piero Giovi e Raniero De Filippis potrebbero rinunciare all'esame.

L'esame di Sicignano
Il capo di imputazione che coinvolge Giuseppe Sicignano riguarda il filone d'inchiesta sull'impianto di Albano Laziale. In particolare, il dipendente della Pontina Ambiente, operaio specializzato fino al 2010 e successivamente impiegato tecnico, è accusato di aver smaltito in discarica il cdr.
Secondo la Procura la società amministrata da Rando, negli anni compresi tra il 2003 e il 2010 avrebbe conferito nei due impianti di termovalorizzazione di Colleferro una quantità di cdr inferiore a quella che era stata indicata dalla stessa Pontina Ambiente come produzione previsionale al momento dell'autorizzazione rilasciata dalla Regione Lazio. L'ipotesi è che la quota di crd in surplus rispetto a quello mandato a Colleferro, sarebbe stata accantonata in discarica sotto forma di cdr, saturando prima dei tempi previsti dalla autorizzazioni le volumetrie della discarica.
“Mai smaltito il cdr in discarica”, dichiara Sicignano interrogato sulla questione dall'avvocato Federica Pugliese. Sicignano ha spiegato che nel 2010 le quote degli invasi IV e V della discarica erano quasi esaurite e Carabinieri del Noe, Polizia, Asl, tecnici della Regione hanno ispezionato più volte la situazione. “Queste persone avrebbero visto chiaramente se il cdr fosse stato smaltito in discarica. Sarebbe stato evidentissimo a occhio nude”, spiega Sicignano.
L'imputato ha poi detto che tra il 2005 e il 2010 l'impianto di Collefferro ha subito ben 1212 giorni di fermata per problemi tecnici: “Il 2009 è stato l'anno nero, i continui blocchi dell'impianti ci facevano ridurre o dimezzare la consegna del cdr. In quela caso – ha spiegato Sicignano – spegnevo l'impianto di cdr e mandavo il rifiuto alla frazione secca che poi veniva smaltita in discarica”.
Sicignano è accusato anche di truffa per la questione delle tariffe. Su questo punto ha dichiarato: “Non solo non so come si compongono le tariffe che Pontina Ambiente prendeva per fare attività di lavorazione e smaltimento dei rifiuti, ma non so neanche cosa sono le tariffe. Non mi sono mai occupato di amministrazione”.