Roma

Rifiuti, il Divino Amore “si arma”. Lite Zingaretti-Raggi, l'ora della verità

La nuova Malagrotta non serve; mancano i termovalorizzatori. Lo dice l'Ue per spiegare l'emergenza rifiuti. Oggi l'Ama sciopera

di Donato Robilotta

Rifiuti Roma, il conto alla rovescia per il commissariamento di Virginia Raggi scade lunedì. E oggi, ironia della sorte, a Roma si fermano per sciopero i dipendenti Ama. Chi non si ferma, anzi, si arma sono i residente del Divino Amore, 3 km e poco meno dalla Falcognana, ora in allarme rosso e da domani in presidio per l'ipotesi circolata in Campidoglio di “punire” il territorio andando ad individuare nell'Agro Romano la discarica di Roma.

Ma ripercorriamo con protagonisti e numeri reali, i veri motivi che hanno portato Roma sull'orlo del baratro.

Raggi firma un’ordinanza per portare i rifiuti a Civitavecchia, vista la chiusura temporanea di Colleferro, e va alla Pisana lanciando un guanto di sfida a Zingaretti.Il Presidente della Regione piccato firma un’ordinanza con la quale dà pochi giorni alla Raggi di individuare la discarica, pena il commissariamento e la denuncia alla magistratura. Nel frattempo la Commissione Ue boccia entrambi, accende un faro sull’emergenza rifiuti e di fatto preannuncia una nuova infrazione se non riceve risposte esaustive sulla chiusura del ciclo.

Con il centro destra che regge il gioco del Pd con strani bizantinismi, non capendo o non volendo capire che le maggiori responsabilità dell’emergenza stanno in capo alla Regione e che il nuovo piano rifiuti di Zingaretti è incentrato sulle discariche a causa del no ideologico ai termovalorizzatori.

L’assessore Valeriani incentra tutta la discussone sulla necessità di trovare subito una discarica, addossando le responsabilità alla Raggi, ma non dice nulla sulla lettera della Commissione Ue non ritenendo suo dovere informare l’aula, e per la verità nessuno glie lo chiede.

Con la lettera di qualche giorno la Commissione europea, che fa riferimento ad un precedente carteggio con la Regione Lazio le cui risposte non sono state ritenute insufficienti, chiede nuove informazioni perché preoccupata delle allarmanti notizie che appaiano sui grandi quotidiani internazionali come il Financial Times del 9 Luglio 2019.

La commissione bacchetta la Regione perché il piano rifiuti del 2012, attualmente ancora in vigore, è in gran parte inattuato con impianti previsti non in esercizio o addirittura chiusi.

La Commissione chiede notizie precise sul numero degli impianti Tmb presenti e in esercizio, perché non si capacita come mai ingenti quantitativi di rifiuti vengono portati fuori con un numero di impianti che, almeno sulla carta, dovrebbe assicurare l’autosufficienza. E la Commissione punta l’indice sul mancato raggiungimento degli obiettivi di raccolta differenziata, sulla mancanza di impianti di compostaggio e sulla insufficienza delle discariche esistenti.

Ma la preoccupazione maggiore della Commissione è sulla termovalorizzazione, perché dei quattro impianti previsti dal piano del 2012 (ed anche dal DPCM del governo Renzi, aggiungo io) è presente solo quello di S. Vittore, insufficiente a trattare la quantità di cdr-css prodotto dagli impianti di Tmb previsti, e infatti chiede se ci siano “piani per la realizzazione di una capacità di incenerimento aggiuntiva nella Regione”.

Valeriani poi non ha spiegato perché in questi giorni la discarica di Colleferro sia ancora chiusa, dal momento che non c’è nessuna decisione in questo senso dell’autorità giudiziaria, e soprattutto perché e chi ha deciso che debba chiudere entro la fine dell’anno, ora al 15 Gennaio del 2020 dopo la firma dell’ordinanza.

Se la discarica di Colleferro è ancora capiente, visto che solo pochi mesi fa è stata ampliata per quasi 1 milione di mc, perché chiuderla? Solo per compiacere la protesta del sindaco del Pd che, dopo aver obbligato la Regione a chiudere il termovalorizzatore, ha deciso di giocarsi l’esito dell’imminente campagna elettorale sulla chiusura della discarica?

E se c’è necessità di una discarica, come c’è, tanto che si arriva ad una guerra con il Campidoglio, perché la Regione dopo un primo parere positivo ha dato parere negativo alla richiesta di un privato di aprire un sito a pian dell’Olmo, ai confini tra il XV Municipio e Riano? Sito tra l’altro indicato da Zingaretti da Presidente della Provincia, e sul quale ci fu un accordo istituzionale nel 2009 tra Campidoglio e Regione. Anche qui solo per compiacere la protesta del Pd della zona che ha fatto fuoco e fiamme contro?

E ancora, dopo la notizia del via libera degli uffici della Regione alla riapertura, dopo i lavori di ristrutturazione, del Tmb di Albano con l’annessa discarica di servizio subito sono arrivate le proteste del sindaco del Pd e la cosa grave è che l’assessore si è reso disponibile ad ascoltare le ragioni della protesta.

Con l’ordinanza Zingaretti scarica sulla Raggi tutte le responsabilità dell’emergenza rifiuti con le accuse principali sui risultati negativi raggiunti sulla raccolta differenziata e per le problematiche dell’Ama, riguardanti i tanti cambi di governance e la mancata approvazione del bilancio.

Zingaretti intima alla Raggi di individuare entro una settimana dei siti sul territorio del comune di Roma dove abbancare e stoccare i rifiuti lavorati, di avviare le procedure portare i rifiuti all’estero ed entro 15 giorni di individuare due siti di trasferenza per i rifiuti indifferenziati, dal momento che le autorizzazioni di quelli di Rocca Cencia e Ponte Malmone scadono a Gennaio 2020. Infine proroga l’esercizio della discarica di Colleferro al 15 Gennaio 2020.

In conclusione dispone che, nel caso di inadempienza dell’ordinanza, la Regione interverrà con i poteri sostitutivi per nominare soggetti con il potere di attuare quanto previsto e comunicherà all’Autorità giudiziaria i responsabili delle condotte omissive.

Insomma Zingaretti con grande abilità prova a lasciare in mano alla Raggi il cerino della crisi, ma i fatti dicono che ha grandi responsabilità perché non vuole i termovalorizzatori e concentra il piano sulle discariche quando le direttive europee che un 65% deve andare a riciclo, il 10% in discarica e il 25% deve essere valorizzato.

A giorni verrà pubblicato il rapporto Ispra 2020 con i dati del 2018 e vedremo come la produzione dei rifiuti nel Lazio è in aumento rispetto al 2017 e che i numeri del piano Zingaretti sono sballati. I numeri, circa tre milioni di tonnellate di rifiuti prodotti all’anno, con 1 milione 300 mila tonnellate di indifferenziato, ci dicono che abbiamo una sostanziale autosufficienza di impianti Tmb, se vengono aperti gli impianti di Albano e Guidonia, una mancanza di impianti di compostaggio per circa 500 mila tonnellate all’anno e una insufficienza di termovalorizzazione pari a circa 450 mila tonnellate.

Per quanto riguarda la capienza delle discariche, a fronte dell’esigenza di sversarvi solo il 10% dei rifiuti prodotti, quindi 300 tonnellate all’anno, non si capisce perché la Regione pianifica una esigenza di circa 10 milioni di metri cubi da qui al 2026.