Rifiuti, processo Cerroni: l'esame di Rando sprofonda nella noia. Pm sottotono
L'esame del Supremo slitta al 10 maggio. Fissato il nuovo calendario fino a ottobre
di Valentina Renzopaoli
Processo Cerroni nella fase clou con l'esame diretto degli imputati, delude le aspettative e sprofonda nella noia: dopo Giuseppe Sicignano, mercoledì è stata la volta di Francesco Rando, il fedelissimo del patron di Malagrotta. Mentre l'esame del Supremo slitta al 10 maggio.
C'è chi si aspettava i fuochi d'artificio da parte del piemme Alberto Galanti finalmente di fronte ad uno dei principali imputati del maxi processo infinito alla gestione dei rifiuti di Roma e provincia. Il magistrato avrebbe dovuto inchiodare Rando alle sue responsabilità di amministratore unico dal 2005 al 2012 della Pontina Ambiente, la società proprietaria della discarica di Albano. In realtà, il primo giorno di esame non decolla, la seconda parte, quella sul filone d'inchiesta di Monti dell'Ortaccio, è rimandata al 10 maggio.
Lo storico collaboratore di Cerroni, uno degli uomini più inquisiti d'Italia, è accusato di associazione a delinquere e di truffa in particolare per quanto riguarda il filone d'inchiesta che riguarda l'impianto di Albano Laziale.
Secondo l'accusa la società amministrata da Rando, negli anni compresi tra il 2003 e il 2010, avrebbe conferito nei due impianti di termovalorizzazione di Colleferro una quantità di cdr inferiore a quella indicata dalla stessa Pontina Ambiente come produzione previsionale al momento dell'autorizzazione rilasciata dalla Regione Lazio; quota stabilita al 29%. E che la quota di crd in surplus rispetto a quello mandato a Colleferro, sarebbe stata accantonata in discarica sotto forma di cdr, saturando prima dei tempi previsti dalla autorizzazioni le volumetrie della discarica.
Rando ha spiegato: “La produzione di cdr dipendeva da tre condizioni: dalla quantità e tipologia di rifiuto che arrivava nell'impianto, dalla possibilità di conferire nell'impianto di Colleferro e dalla sua capacità di accogliere i rifiuti, e dalla nostra capacità di intervenire sugli impianti”.
Il piemme non lo incalza, l'imputato risponde a tono a tutte le domande, poco più di sessanta minuti per esplorare i capi d'accusa di uno dei principali imputati di un'inchiesta da decine di faldoni, migliaia di intercettazioni, tre anni di udienze. Alla fine, il colpo di scena non c'è e tutto scorre senza nessun brivido particolare.
Intanto slitta pure l'esame del Supremo: l'udienza del 3 maggio viene cancellata per via dell'astensione confermata dalle Camere Penali e lo show viene rimandato al 10 maggio.
Il Tribunale ha stabilito il nuovo calendario e la sensazione è che si voglia accelerare: tre udienze a maggio (il 10 appunto, il 15 e il 16), quattro a giugno (il 6, l'8, il 13 e il 15) e quattro a luglio (l'11, il 12, il 18 e il 20). Fissate anche le date post vacanze: si riparte il 6 settembre, si prosegue il 7, il 26 e il 28. In aula anche il 3, il 5, il 23 e il 26 ottobre.