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Roma
Rifiuti, Raggi come Alemanno: 28mila nuovi cassonetti. Avenali: Passi indietro

Smaltimento rifiuti: il Comune di Roma continua a fare passi indietro. Ama acquista 28mila cassonetti di cui più della metà per l'indifferenziata. La scelta ecologica non è la priorità per la giunta Raggi.

 

di Diana Maltagliati

 

Cristiana Avenali, consigliera Pd della Regione Lazio e componente della Commissione Ambiente critica la scelta di Ama. Secondo lei l'azienda di rimozione rifiuti e il Campidoglio non hanno idea di come potenziare in maniera efficace la raccolta differenziata. Avenali ricorda l'esperienza passata con la giunta Alemanno che fece un investimento simile. Da Legambiente, l'attuale consigliera lo aveva criticato per la scelta: venivano spese risorse rinunciando a una raccolta indifferenziata efficiente.


Secondo lei al momento il porta a porta per Roma è davvero possibile?
Certo che è possibile, ma se non la cominci mai e acquisti 28mila cassonetti, vai proprio nella direzione opposta. Fai un investimento che durerà anni invece di dare continuità e anzi accelerare il porta a porta. È evidente che non si può passare al porta a porta da un giorno a un altro, ma oramai sono anni che Roma dovrebbe fare questo salto. C'era tutto un programma che l'amministrazione precedente aveva iniziato, bisogna spingere su quello, non si possono prendere altre strade.  

Se Ama già ora ha difficolta a ritirare la spazzatura, i romani non si ritroverebbero le case piena di rifiuti?
Questa oramai è diventata una scusa. Ci sono grandi città che lo fanno, come Milano, ma anche reti di comuni che messi insieme raggiungono quantomeno i numeri di un municipio romano. Non è che i romani abbiano un particolare DNA per cui sono respingenti sulla differenziata. É questione di cambiare le proprie abitudini. Lo possiamo fare anche noi. Serve solo un po' più di organizzazione e di impegno, ma si può fare.


Come stava procedendo la gestione dei rifiuti con l'amministrazione precedente?
C'era un programma di estensione del porta a porta ai vari Municipi di Roma che prevedeva diverse modalità da applicare a seconda del Municipio e del quartiere. Io sono al IX municipio dove il 90% della zona è servita dal porta a porta. Nell'ultimo anno siamo passati da circa il 15% al 65% di raccolta differenziata.


Lei dice che i rifiuti possono diventare una risorsa, in che modo?
Avviando la cosiddetta economia circolare. Da una parte c'è il tema della gestione dell'organico e del compost, che costituisce il 33% del rifiuto che produciamo e quella su cui siamo anche più in difficoltà. Si può utilizzarlo e trasformarlo in compost, ma si può fare molto anche con plastica e carta. Possono trovare nuova vita e diventare nuovi oggetti venendo reimmessi nel circuito.


Qual è la soluzione per incentivare la raccolta indifferenziata?
La soluzione è la tariffa puntuale perché lì riusciremmo a far cambiare le abitudini e la cultura dei romani. Dove è già stata applicata, in Italia, è successo perché se si misura quanto si paga non solo in base ai costi fissi di metratura e numero dei componenti della famiglia, si risparmia. Così il costo si commisura in base alla quantità di rifiuti prodotti e si rende più appetibile la differenziata: più differenzi meno paghi. É l'altro investimento che dovrebbe fare Roma.

 

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