Roma

Rifiuti Roma, la grande mazzata del rinvio della Tari: il costo aumenterà

La Giunta Raggi ha approvato il Piano economico-finanziario di Ama. La mossa: slitta il pagamento della tassa sui rifiuti, ma sale il prezzo. Insorge il Pd

Rifiuti Roma, l'ultima grande mazzata sui romani della Giunta Raggi è un gioco di prestigio: da un lato fa slittare il pagamento della Tari vista l'emergenza Covid che ha messo in ginocchio migliaia di cittadini, dall'altra fa schizzare in alto il costo della tassa che nella Capitale è la più alta d'Italia.

La mossa del Movimento 5 Stelle, ad otto mesi dalle comunali, è contenuta nella delibera di giunta capitolina approvata giovedì contenente il Piano economico-finanziario di Ama 2020, piano che ora verrà sottoposto alla valutazione del Consiglio Comunale.

Un piano a due facce: da una parte è prevista una agevolazione a favore di tutte le utenze, domestiche e non domestiche, in difficoltà economica per l'emergenza Coronavirus. Il cittadino dovrà presentare agli uffici del dipartimento Risorse economiche l'apposita istanza dichiarando l'entità del disagio subito entro la fine dell'anno. Se verrà accolta potrà appunto pagare, senza sanzioni né interessi, l tassa entro il 15 dicembre 2021. Dall'altra però c'è il dato del costo del servizio di gestione del ciclo dei rifiuti urbani e dei servizi di igiene urbana di Roma, cifra che aumenta rispetto al passato: nel 2019 era di 786,9 milioni di euro, nel 2020 sale a 819,5 milioni. Ben 33 milioni di euro in più. Tutto ciò porterà all'aumento della tessa.

Neanche il tempo di arrivare in Assemblea Capitolina che il Gruppo Pd è insorto contro la scelta della Raggi, rea di lasciare al futuro sindaco una città più sporca e con una tassa sui rifiuti ancora più alta. “Più costi per gli utenti e le imprese. Circa 100 milioni in più di Tari a carico dei cittadini romani per i prossimi 4 anni e un servizio che costerà 33 milioni in più – scrivono in una nota il capogruppo Pd in Campidoglio Giulio Pelonzi e la consigliera dem Valeria baglio –. E' questo il provvedimento della giunta Raggi che mette così una pezza su quelli che definisce crediti inesigibili 2003-2009. Se poi quei crediti verranno riscossi saranno ascritti alle sopravvenienze, in buona pace di chi oggi si vedrà rincari per la raccolta della spazzatura, per la pulizia della città e per lo smaltimento del tutto inspiegabili se rapportati alla qualità del servizio. Dopo le riduzioni della tassa dei rifiuti registrata con la precedente giunta di centrosinistra a fine legislatura la Giunta Raggi appesantisce il balzello sui rifiuti nonostante i trasferimenti del governo per l'emergenza Covid”.

“L'amministrazione guidata da Virginia Raggi lascerà in eredità, a chi la sostituirà dal prossimo mese di giugno, un macigno di proporzioni enormi tra Tari ed eccessivo indebitamento Ama – continua la coppia Pd –. In questo modo la tariffa sui rifiuti, già più alta d'Italia, aumenterà di un ulteriore 5%, mentre la città è sempre più sporca. Ci domandiamo in che modo sono stati applicati gli sconti Covid, finanziati dal governo, per le aziende in crisi e le famiglie che hanno perso il lavoro? Come sono state ripartiti i rincari sulle utenze? Dopo quasi cinque a seguito del disastro delle politiche sui rifiuti, si registrano aumenti la cui stima per difetto prevede un +2,59 per cento medio per le aziende e un +2,87 per le famiglie per un servizio di nettezza urbana che, per usare un eufemismo, potremmo definire del tutto insufficiente”.

La nota dei due consiglieri termina con una postilla sul bilancio di Ama: “Al tempo stesso la situazione di Ama è sempre in attesa dell'approvazione del bilancio 2017 e di oltre 300 milioni di euro per i servizi erogati negli anni passati e mai pagati dal Campidoglio. La giunta Raggi rischia di 'scassare ' i conti comunali e come in questo caso a pagare le improvvisazioni e le inadeguatezze di un'amministrazione allo sbando saranno ancora una volta i romani”.