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Roma
Rifiuti Roma, sul termovalorizzatore Raggi e Zingaretti sono uniti dal No

di Donato Robilotta

La consigliera di Roma Capitale, Cristina Grancio, ex M5s ora al gruppo misto ed esponente del gruppo DemA, che fa capo al sindaco di Napoli de Magistris, attacca la Raggi sostenendo che Ama starebbe rallentando il porta a porta perché in fondo la sindaca sarebbe favorevole al termovalorizzatore proposto dal Presidente della EX municipalizzata, Stefano Zaghis.

Magri fosse vero, magari la Raggi avesse cestinato il programma dei 5 Stelle, basato sullo slogan dei rifiuti zero, e detto si al termovalorizzatore. Non avrebbe rispettato il programma elettorale con il quale è stata eletta ma avrebbe fatto una scelta nell’interesse dei cittadini romani, vittime di una emergenza rifiuti che ormai è diventata strutturale. Magari, purtroppo non è così.

Intanto sfatiamo questo mito della raccolta differenziata che non risolve tutti i problemi, comunque resterà sempre un residuo di rifiuti da trattare, e raggiungere il 70% a Roma è molto difficile e dispendioso basta guardare che nelle altre grandi città italiane, come Milano, Torino, Bologna, questa cifra è lungi dall’essere stata raggiunta.

Non solo ma l’accelerazione che c’è stata in questi anni sulla differenziata ha creato solo problemi, perché mancando gli impianti gran parte dell’umido prodotto a Roma è stato portato a smaltire in Veneto, con costi aggiuntivi sulla bolletta mentre centinaia di dipendenti ama sono stati distolti dal normale lavoro di spazzamento per il porta a porta.

L’amministratore di Ama Stefano Zaghis appena insediato ha dichiarato che a Roma mancano gli impianti e servirebbe un termovalorizzatore, consegnando alla giunta capitolina un piano industriale che lo prevede. D’altra parte anche l’amministratore di Acea, in più occasioni, ha fatto capire che la società sarebbe disponibile ad aumentare la potenzialità del termovalorizzatore di San Vittore se l’azionista desse queste indicazioni. Ma la Raggi, in questo in accordo con Zingaretti, ha sempre detto no al termovalorizzatore a Roma e gran parte dei rifiuti lavorati nei Tmb romani vanno all’Estero, perché l’impianto Acea di San Vittore non basta.

Tutti gli esperti sostengono che a Roma e nel Lazio ci vorrebbe almeno un altro termovalorizzatore, dalle stesse dimensioni di quello di S. Vittore da 400 mila t/a, e non è caso che A2A anticipando Acea abbia presentato un progetto per la costruzione di un impianto a Tarquinia.

E non è un caso che la Regione che da un lato, con un piano rifiuti fuffa, che sta in discussione in commissione alla Pisana, dice che non serve un altro termovalorizzatore dall’altro abbia dato il via la libera alla conferenza di servizio.

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