Roma
Rifiuti, scaduto il termine per aggiornare il piano inceneritori. Lazio dramma
Malagrotta è autorizzato ma deve solo entrare in funzione. Zingaretti e Raggi fanno finta di niente
di Donato Robilotta
Il 30 Giugno ultimo scorso è scaduto il termine, previsto dal comma 3 dell’articolo 6 del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 10 Agosto 2016, entro il quale la Regione Lazio avrebbe potuto presentare al Ministero dell’Ambiente una richiesta di aggiornamento del fabbisogno regionale di incenerimento con l’approvazione di un nuovo piano dei rifiuti.
Come ho scritto più volte proprio su AffarItaliani il Dpcm in questione, varato in attuazione dell’articolo 35 del Dl 133/2014, cd. decreto sblocca impianti, individua la capacità complessiva dell’attuale capacità di trattamento e il numero di impianti di incenerimento necessari, per macro aree e per regioni, per arrivare a chiudere il ciclo a livello nazionale.
Il Dpcm, partendo dal fabbisogno residuo da soddisfare pari a 1.818.334 di tonnellate di cdr/css, individua la necessità di costruire 8 impianti di incenerimento di cui 3 nella macroarea del Centro (uno ciascuno in Umbria, Marche e Lazio), 2 in quella del Sud (uno ciascuno in Abruzzo e Campania) , uno in Sardegna e due in Sicilia.
Per quanto riguarda la Regione Lazio il Dpcm oltre agli impianti in esercizio di S. Vittore e Colleferro, in esercizio, e dell’impianto di Malagrotta, autorizzato ma non in esercizio, prevede la necessità della costruzione di un quarto impianto da 210.000 tonnellate all’anno a fronte di un fabbisogno complessivo di 879.382 tonnellate.
Come si ricorderà sia la Sindaca Raggi che il Presidente Zingaretti hanno sempre detto no sia al termovalorizzatore di Malagrotta, facendo finta di non sapere che è già costruito e deve solo entrare in funzione, e sia al quarto impianto previsto dal decreto.
Solo che nonostante le sollecitazioni del Ministro Galletti l’amministrazione capitolina non ha sino ad oggi presentato un piano credibile, se non la richiesta di continuare a portare all’estero i rifiuti anche per il 2018, e la Regione nonostante gli annunci non ha mai approvato il nuovo piano dei rifiuti. Scaduto il termine per le modifiche ora il decreto diventa applicativo e la Regione non può accampare più altre scuse, perché su questo rischia di essere commissariata.