Rifiuti, smog, bus fantasma e perdite d'acqua: Roma non rispetta l'ambiente
La Capitale crolla all'88 posto nella classifica della sostenibilità ambientale
Roma non ama l'ambiente: tra rifiuti, inquinamento e scarso utilizzo dei mezzi pubblici, la Capitale crolla di 33 posizioni in 10 anni nella classifica delle città più virtuose in materia di sostenibilità ambientale. Finendo all'88esimo posto in graduatoria, arriva dopo Rieti che si piazza al 61esimo posto, ma prima di Latina (89esimo) e Frosinone (99esimo).
La bastonata di Legambiente, che ha presentato i dati durante l'edizione 2017 di Ecosistema Urbano, è impietosa: “Nessun passo in avanti nella mobilità sostenibile e nella corretta gestione del ciclo dei rifiuti, stanno trascinando Roma nel fondo della classifica per scarse performance ambientali – ha commentato Roberto Scacchi, presidente di Legambiente Lazio – ed è allarmante il calo del numero di cittadini in viaggio sui mezzi pubblici, che racconta da solo quanto “immobile” sia la mobilità pubblica della Capitale”.
Bus fantasma
In media nel 2016, i cittadini romani hanno preso i mezzi pubblici soltanto 328 volte l'anno, ossia hanno effettuato a testa quasi 200 viaggi in meno rispetto all'anno precedente. Il dato può essere parzialmente spiegato dalla riduzione di chilometri coperti annualmente dalle vetture pubbliche, che invece che aumentare è diminuito passando da 60 km a 57 km per vettura/abitante all'anno. Di contro, i romani scelgono di affidarsi ai propri mezzi privati nonostante il traffico che congestiona le vie del centro e della periferia e sono più di 61 le auto ogni 100 abitanti.
“Prolungamenti delle Metropolitane fuori il Gra, diffusione della rete tranviaria e del TPL, blocco dei diesel e ampliamento delle ztl, a questo dovrebbe puntare l'amministrazione capitolina invece dell'assurda realizzazione di una gara automobilistica completamente inutile”, ha concluso Scacchi.
Lo studio
Lo studio di Legambiente guarda alle politiche di sostenibilità ambientale messe in campo tramite l'analisi di 16 diversi indicatori che valutano insieme la qualità dell'aria, la salubrità del ciclo delle acque, i risultati che provengono dai modelli di gestione di rifiuti, lo sviluppo di mezzi pubblici, ciclabilità e aree pedonali a discapito del mezzo privato, la diffusione delle rinnovabili. I volontari di Legambiente Lazio hanno presentato i numeri della Capitale e delle città capoluogo del Lazio esponendo, con un blitz a pochi metri dal Campidoglio, lo striscione “In nome del popolo inquinato”, perché la Capitale peggiora di anno in anno per performance ambientali.
Rifiuti
Sul fronte dei rifiuti, sale di appena 2 punti percentuali la differenziata, arrivando al 43%. Non si riduce la produzione pro-capite di spazzatura, ferma a 588 kg a persona ogni anno, mentre il porta a porta è completamente fermo nella diffusione al 32,8% degli abitanti, peggior dato in assoluto tra le prime 4 città italiane (Milano 100%, Napoli 42,8%, Torino 47,3%).
Smog
Sempre secondo il dossier di Legambiente, nell'aria cresce a 50,72 ug/mc la concentrazione media di No2 (Biossido d'azoto in microgrammi per metro cubo di aria), migliora invece scendendo a 10,78 giorni di superamento la presenza di Ozono (limite giornaliero a 120 ug/mc) e rimane stabile il PM10 con una concentrazione media di 28,75 ug/mc al giorno.
Consumo e dispersione d'acqua
I dati riguardanti il ciclo dell'acqua, invece, rimangono quelli dell'anno precedente perché il gestore del servizio idrico non ha fornito le nuove percentuali di dispersione idrica a Legambiente: 44% a Roma e 75,4% nella provincia di Frosinone, con consumi di 165 litri annui per abitante nella Capitale e 175 nel capoluogo ciociaro.
A Rieti la dispersione idrica sale al 55% (dal 53,8% del 2015) ma si abbassano i consumi a 150 litri annui per abitante. Migliora anche se di poco la situazione a Latina col 65% di dispersione (dal 67% del 2015) e 131 litri annui per abitante.
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