Rifiuti, sogno M5S per Roma: spezzatino Ama e piccole fabbriche riciclone
Idea meravigliosa: spezzettare l'Ama in tante Ama, una società per ciascun municipio
Emergenza rifiuti, l'ultima follia del Movimento Cinque Stelle è quella di realizzare a Roma una serie di piccole fabbriche per il recupero di plastica, metalli e materiali organici ancora presenti alla fine del ciclo di trattamento dell'indifferenziata.
L'annuncio arriva dall'assessore Giuseppina Montanari che racconta una specie di sogno nel corso dell'incontro con l'Associazione dei Comuni, Anci, in cui si dovevano dibattere le soluzioni per una gestione dei rifiuti.
Dove mettere le fabbriche? Dove stoccare i residui del trattamento della montagna di indifferenziata che ancora produce Roma? Come vendere i materiali estratti e a chi e soprattutto: dove trovare i soldi per finanziare “il mondo delle idee”, l'assessore della Giunta Raggi non lo dice e così dribbla l'esecutività del progetto spiegano che si tratta “di un percorso non facile e che ci vuole tempo”.
Non paga di aver creato il videogioco che simula la soluzione dell'emergenza rifiuti di Roma, la Montanari raddoppia con un altro annuncio, quello di voler spezzettare l'Ama in tante piccole società: “Stiamo lavorando per creare le Ama di Municipio, in grado di rispondere alle esigenze del territorio".
Il monnezza game della Montanari arriva il giorno dopo l'incontro con Zero Waste Italy, l'associazione guidata da Rossano Ercolini, nel corso del quale si è discusso di come dotare Roma dei passaggi chiave per caratterizzare una città a "vocazione mondiale" di un sistema di gestione dei materiali di scarto efficiente, partecipato e di respiro. Proprio dalla fabbrica dei sogni è arrivato il progetto delle piccole fabbriche dei materiali, “funzionali ad una chiara uscita dalle logiche dell’incenerimento e organica a rispondere in termini di trattamento a quantitativi di Rifiuto Urbano Residuo (RUR) sempre minori in funzione di un passaggio generalizzato al porta a porta, alla riduzione a monte dei rifiuti (con autocompostaggio, incentivazione dei sistemi alla spina ecc.) e a sistemi di riparazione-riuso visti anche in chiave occupazionale e di contrasto agli abbandoni”.
Progetto affascinante che però non fa i conti con l'emergenza di Roma, causata dalla scarsità di impianti di trattamento, di una discarica di servizio e un termovalorizzatore dedicato. Col sogno “zero rifiuti” l'emergenza è prorogata per almeno 4 anni.