Roma
Rifiuti, uragano Raggi contro Zingaretti: “Vuole la discarica vicino le case”
Consiglio Comunale straordinario rifiuti, Raggi ribalta di nuovo tutto e si scaglia contro Zingaretti: “Gli incapaci sono loro”. E l'assessore Valeriani fugge
Rifiuti Roma, l'urgano Virginia Raggi si abbatte su Nicola Zingaretti e la Regione Lazio. Dal suo trono in Consiglio Comunale, in un'Aula stracolma di sindaci di provincia e cittadini, il sindaco M5S con la vena alla tempia va all'attacco: “Dette bugie. Vogliono costruire la discarica vicino le case”. Ma non propone una reale alternativa. E l'assessore Valeriani fugge.
“Oggi siamo qui per ascoltare e confrontarci sulla realizzazione di nuove discariche e impianti come chiede l’ordinanza della Regione Lazio, l’ennesimo provvedimento emergenziale sui rifiuti, calata dall’alto che avrà conseguenze dirette per i cittadini”. Ha aperto così Virginia Raggi la seduta del Consiglio Comunale sui rifiuti. E via con la sfilza di ingiunzioni.
“I cittadini sono i veri danneggiati dalla Regione Lazio - ha proseguito - che dopo 7 anni di ritardo ha individuato siti per discariche vicino alle case dei cittadini. Il vecchio piano dei rifiuti della Regione, quello del 2012, si basava su Malagrotta. Il buonsenso avrebbe imposto una revisione di quel piano una volta che Malagrotta è stata giustamente chiusa, ma si è omesso di farlo. Il ritardo della Regione oltre ad essere acclarato è stato ribadito dal Tar e rilevato dal Commissione Europea”.
E continua: “Sono state dette tante bugie, ci sarebbe da chiedersi perché dal 2013 al 2018 la Regione Lazio è rimasta inerme. Ci si domanda sempre perché questa ‘incapace’ sindaca Virginia Raggi non prende decisioni e perché non si domanda mai a Nicola Zingaretti perché ha voluto mantenere il territorio sempre in emergenza”.
Poi il tono della voce si abbassa, la vena sulla tempia rientra, chiede calma, e si rivolge ai 30 sindaci della provincia presenti in Aula: “Noi non vogliamo nuove discariche fatte in fretta e furia con programmi emergenziali, abbiamo già pagato e continuiamo a pagare il post Malagrotta. Noi vogliamo semplicemente programmare con calma. Lo dico ai sindaci presenti, mettetevi una mano sul cuore, è la stessa richiesta che fareste anche voi per i vostri territori”.
La calma dura pochi minuti. La Raggi torna ad alzare la voce quando tocca l'argomento discarica di Colleferro: “L'anticipo della chiusura della discarica di Colleferro, in realtà, appare logico se dettato da motivi politici, visto che Colleferro andrà alle elezioni il prossimo anno. C'è forse un accordo elettorale tra il sindaco di Colleferro Sanna e il presidente Zingaretti? Se è vero che la chiusura è stata decisa nel 2016 - ha aggiunto - quali alternative ha messo in atto la Regione per compensare la chiusura della discarica? Anche stavolta, dopo la vicenda di Malagrotta, la Regione ha deciso la chiusura senza programmare un'alternativa?”.
Subito dopo ecco la sfuriata contro quei sindaci della provincia rei di non voler “far squadra” con Roma, di non voler aiutare la Capitale. “La capitale – dice Raggi – è tacciata di egoismo e inefficienza dalle stesse persone e dagli stessi partiti che per decenni hanno dimenticato di fare la loro parte nelle istituzioni dell'area metropolitana. Per decenni nella discarica di Malagrotta, la più grande d'Europa, sono stati accolti i rifiuti di Fiumicino e Ciampino. Ve lo ricordate? Presso Rocca Cencia, nell'impianto di Porcarelli sono stati accolti i rifiuti di oltre 50 Comuni del Lazio. Ma il vincitore è Fiumicino, che dopo 60 anni di conferimenti nella discarica di Malagrotta ha deciso di conferire i propri rifiuti nei Tmb di Malagrotta. A volte ce lo dimentichiamo. Tre milioni di cittadini di Roma hanno la stessa dignità dei cittadini dei vostri comuni. Noi non chiuderemo le porte dei siti per i rifiuti che operano a Roma. Non vogliamo una logica che mette i Comuni gli uni contro gli altri, ci mancherebbe. Chiediamo un quadro organico senza deroghe e pericoli per i nostri cittadini ed è quello che chiedete anche voi sindaci”. Raggi si è dimenticata però che Fiumicino fino al 1993 era un Municipio del Comune di Roma.
Infine, il sindaco non si fa scappare qualche parola su Rocca Cencia: “Se il Tmb di Rocca Cencia malauguratamente si dovesse rompere ci sarebbe un problema enorme. È fondamentale per noi fare alcune cose. Uno: chiedere e pretendere che venga approvato quanto prima il piano regionale, a me serve un piano organico per mettere in sicurezza la mia città. Due: devo poter fare la manutenzione ordinaria e straordinaria a Rocca Cencia. Tre: il sito va chiuso e riconvertito e allora dovremo trovare altri siti in cui costruire un nuovo Tmb con le nuove tecnologie esistenti. Lo possiamo fare solo se la Regione ci aiuta a trovare un sito dove temporaneamente trattare i rifiuti per mandare in manutenzione il Tmb, poi saremo noi a trovare un nuovo sito".
Fine. Oltre mezz'ora di discorso, di comizio, ma senza neanche l'ombra di una reale alternativa da proporre ai "nemici" della Regione Lazio. Il nulla.
Immediata la reazione delle opposizioni che hanno chiesti di poter far parlare in Aula un rappresentate dei sindaci presenti in Aula. Dopo minuti di tira e molla con il presidente De Vito, è arrivato l'ok. Il prescelto è stato Giuseppe Sanna, sindaco di Colleferro. “A nome dei sindaci qui presenti - dice Sanna dagli scranni della Giunta – voglio dire che anche gli abitanti della provincia di Roma sono generosi. Le discariche di Civitavecchia, Colleferro e Roccasecca sono stati per anni a disposizione della capitale. Abbiamo accolto i rifiuti di tutti. La discarica di Colleferro è la più grande del Lazio dopo Malagrotta è un luogo insicuro. La nostra esperienza è quella di un dramma ambientale. Siamo stati solidali, abbiamo dato tanto. Non c'è alcun accordo tra me e il presidente Zingaretti. Il contratto ventennale scade quest'anno. Le province di questa regione hanno dato tanto alla Capitale. Non andremo oltre. I rapporti non vanno inaspriti, noi siamo fermi e non fessi. Non serve seminare discordia, occorre scegliere. E per noi scegliere significa - ha concluso - dopo 23 anni al servizio di tutti, dire lasciateci stare, abbiamo già dato”.
Chi invece era assente in aula era l’assessore all’Ambiente della Regione Lazio, Massimiliano Valeriani, invitato in Consiglio Comunale insieme a Zingaretti. Assessore che ha scritto al presidente dell’Assemblea Capitolina De Vito per spiegare i motivi della sua assenza. “Nel corso del 2019 - scrive Valeriani - il dialogo in materia di rifiuti tra Ministero dell’Ambiente, Regione Lazio e Roma Capitale è stato continuo e assiduo. Sulla base di tale confronto la Regione ha adottato un’ordinanza che ha consentito ad Ama di superare la crisi della raccolta che si è determinata nel mese di giugno. Successivamente a tale evento, inoltre, sono occorse numerose occasioni di lavoro congiunto, alle quali la Regione ha sempre preso parte chiedendo che le istituzioni cooperassero al fine di individuale soluzioni strutturali al fabbisogno di trattamento e smaltimento dei rifiuti prodotti da Roma”. Poi la missiva prosegue: “Nei giorni appena trascorsi, tecnici della Regione, della Città Metropolitana e di Roma Capitale hanno predisposto congiuntamente la relazione in base alla quale si dovranno individuare i siti di servizio per la città. Poiché tale provvedimento prevede funzioni e responsabilità ben distinte tra istituzione ordinante e soggetti esecutori delle prescrizioni, è da ritenere inopportuna la nostra partecipazione nelle more della decorrenza dei termini stabiliti dall’ordinanza”.