Rigopiano, parla il marito dell'infermiera del Gemelli morta sotto la valanga
A un anno dalla tragedia dell'hotel Rigopiano, la commemorazione delle vittime
Il marito dell'infermiera del Policlinico Gemelli di Roma Valentina Cicioni, morta a causa della valanga che ha colpito l'hotel Rigopiano un anno fa, racconta la sua tragedia personale.
"Soffro da quel 18 gennaio. Tutte le mattine mi sveglio e ho Rigopiano tatuato sul corpo con le cicatrici e nel cuore per la perdita di mia moglie Valentina. Rigopiano sarà per tutta la vita".
Per Giampaolo Matrone, il pasticciere di Monterotondo superstite della tragedia, è impossibile dimenticare la slavina del 2017. Rimasto invalido dopo 60 ore passate sotto cumuli di macerie e neve, Matrone pensa alla moglie 32enne che non è mai tornata a casa dalla vacanza che si erano regalati.
Il giorno prima della valanga Valentina aveva pubblicato sul proprio profilo Facebook una foto dell'abbondante nevicata che aveva colpito l'albergo. Quella che doveva essere una piacevole e spensierata gita sulla neve, si è trasformata in una terribile tragedia, che ha stravolto per sempre la vita di una giovane coppia.
Giovedì prossimo, in occasione del primo anniversario della tragedia, Matrone parteciperà con la figlioletta di 6 anni, Gaia, alla commemorazione organizzata dal Comitato vittime per ricordare gli “angeli di Rigopiano”: "Le vacanze di Natale - racconta l'uomo sono state pesanti: non è facile, ma non posso permettermi di mollare un secondo. So che devo combattere e sono abbastanza forte da combattere una guerra. Ho degli obiettivi fissati e voglio raggiungerli per Valentina, per mia figlia Gaia e per tutti gli altri 28 angeli di Rigopiano".
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