Roma
Ristoranti Roma, con il Coronavirus arriva l'invasione delle ultrapedane
Le misure di sostegno varate dal Comune per aiutare i ristoranti in difficoltà sfruttate "alla romana" da un'armata di furbi: ed è subito pedana selvaggia
Il via libera dato dal Comune di Roma per dare più spazi e occasioni d'incasso ai ristoranti in ginocchio per la pandemia di Coronavirus, come sempre è stato vittima dell'interpretazione alla “romana”, dando linfa a una nuova categoria: i montatori di pedane. Arrivano nella notte, e al mattino il lavoro è completo.
Il Genio Pedanieri lavora solo ed esclusivamente con manodopera extracomunitaria che segue alla lettera le indicazioni e in poche ore si impadronisce del suolo pubblico e monta la pedana. Anche se il ristorante, come accade purtroppo in questi giorni, è chiuso. Ma ciò che conta è farsi trovare pronti con la pedana per la riapertura, grazie all'assenza di controlli. Infatti basta un'autocertificazione il cui modulo è disponibile sul sito del Comune di Roma e il gioco è fatto. L'anello debole della catena è sempre quello dei controlli, altrimenti non si spiegherebbe come mai un bar in via della Giuliana, nel quartiere Prati, sia riuscito a montare una pedana su una fermata Atac, roba che a un'automobilista distratto basterebbe sfiorare la striscia gialle per rimediare una super multa con annessa decurtazione dei punti patente.
Ma dove la fantasia-disperazione dei ristoratori si supera è in Borgo. Qui in via Porcari non c'è alcun locale per la somministrazione, eppure c'è una pedana che sembra in uso a un laboratorio di catering che lavora in un seminterrato e che al Catasto non risulta avere i requisiti per una pedana. Due casi eclatanti e significativi che testimoniano la facilità con cui il Genio Pedane agisce in barba a ogni legge e puntando tutto sull'inesistenza dei controlli e sulle maglie larghe del Comune che non ha previsto nessun tipo di controllo o obbligo di pulizia nella parte sottostante il camminamento.
E per ora usi e abusi sono tutti gratis, grazie all'iniziativa di sostegno varata da Roma Capitale. Ma a fine pandemia e con la pedana abusiva ormai storicizzata, basterà pagare il canone di occupazione di suolo pubblico per trasformarle in definitive. In un colpo solo chi per anni ha richiesto la cosiddetta Osp si troverà un ampliamento dello spazio disponibile per i tavolini. Con buona pace di chi magari non ha autocertificato nell'epoca del tutto gratis in deroga, solo perché non aveva tutti i requisiti. Fatta la legge, trovato l'inganno. E con i vigili urbani addormentati, è l'occasione per una nuova colonizzazione dei pochi spazi in cui si combatte l'eterna battaglia tra auto e pedoni.