Roma
Rivolta Ncc, "ecco perché sbagliano": i tassisti condannano la protesta
L'Unione Radio Taxi condanna la protesta, puntando il dito anche contro il Comune di Roma
Rivolta Ncc a Roma, con tanto di petardi sotto il Senato. L'Unione Radio Taxi condanna la protesta, "sbagliata sia per gli obiettivi che per le forme".
"La protesta degli NCC contro la conversione in Legge del Decreto che ripristina le regole e le differenze tra le due categorie del trasporto pubblico non di linea (taxi e noleggio) è sbagliata, sia per gli obiettivi che per le forme.
"Impostarla, infatti, in contrasto e concorrenza con i tassisti è sbagliato e controproducente e vuol dire non considerare che la situazione di confusione tra i due distinti e antitetici servizi di TPL non di linea, è solo ed esclusivamente imputabile alla gravissima responsabilità degli Enti locali (per primo il Comune di Roma) che per decenni hanno omesso di esercitare il loro diritto-dovere di programmazione, rilasciando le autorizzazioni NCC necessarie per rispondere alla domanda del territorio - attacca Loreno Bittarelli, presidente Uri - A queste responsabilità dei Comuni si aggiunge quella ancor più grave dei Governi che, negli ultimi dieci anni, hanno totalmente omesso di intervenire in materia".
"Deve cessare lo scontro tra noleggiatori e tassisti, che sono accomunati dalla medesima esigenza di regole chiare a garanzia del loro lavoro, ed iniziare il confronto con le Istituzioni centrali, territoriali e locali per completare il riassetto complessivo della regolamentazione legislativa e provvedimentale del trasporto pubblico locale non di linea - prosegue Bittarelli in una nota - E tale obiettivo è ancor più urgente se si pensa all’attacco che al comune mercato dei tassisti e noleggiatori stanno sferrando le grandi multinazionali, intervenendo con la forza smisurata del loro capitale sul mercato della intermediazione di ambedue i servizi".
"Ma la protesta è sbagliata anche nelle forme, ed occorre un rapido cambio di impostazione con l’immediata cessazione di ogni forma di violenza ed intimidazione. Va riaperto, quindi, subito il confronto tra le due categorie e l’abbandono dell’attuale ed anacronistico clima di contrapposizione tra lavoratori, che non è utile a risolvere i problemi esistenti e porta benefici soltanto a chi ha interesse a destrutturare l’intero comparto del trasporto pubblico non di linea".