Roma
Roberta Lombardi assessore: primo atto, siluro a Zingaretti e Raggi su Acea
Stop alle captazioni selvagge dell'acqua: in arrivo una legge della grillina Lombardi per rivoluzionare gli Ato. E chi ci perde è Roma Capitale
Roberta Lombardi assessore M5S nella giunta Pd di Zingaretti, il primo atto di peso è un siluro nei confronti del Pd, del presidente stesso e dell'amica di un tempo Virginia Raggi. E l'attacco mascherato arriva nella giornata mondiale dell'Acqua.
Le attenzioni della Lombardi sono su Acea, pompa di soldi per il Comune di Roma, la cui gestione delle risorse idriche normata dagli Ambiti territoriali omogenei (gli Ato) è al centro del mirino, partendo da due presupposti: l'acqua è un bene comune e “non è ammissibile che ad oggi il risultato del referendum del 2011 rimanga ancora disatteso, anche nella nostra regione. Per questo m’impegno a riprendere il dossier sull’acqua pubblica, con tutti i relativi provvedimenti il cui iter sembrerebbe arenatosi in questi anni, e a portarlo al tavolo della Giunta affinché si possa uscire finalmente da questa fase di stallo e vedere applicata la volontà popolare espressa dall’esito referendario”.
Dunque, “l'assessoressa” alla Transizione Ecologica della Regione Lazio, Roberta Lombardi, dimenticando che per 4 anni è stata consigliera regionale di maggioranza, è pronta a portare in Giunta una delibera per “avviare nella nostra regione la nuova governance del servizio idrico integrato per una gestione ecosostenibile della risorsa e a garanzia del diritto universale all’acqua. Più nello specifico, con questa legge, la Regione avrebbe dovuto superare la vecchia ripartizione degli Ambiti Territoriali Ottimali su base provinciale, tuttora adottata, per passare, entro sei mesi dall’entrata in vigore del testo, a una nuova gestione del servizio idrico integrato basata sugli Ambiti di bacino idrografici, nel rispetto cioè della conformazione del territorio e dell’effettiva dotazione e qualità delle risorse idriche. Una nuova organizzazione volta a garantire, attraverso la cooperazione tra le rispettive Autorità d’ambito, un approvvigionamento equo per le comunità locali e le economie, prevalentemente agricole, del posto”.
Tradotto: una dichiarazione di guerra contro Acea, il Comune e la stessa Regione che, nel caso del lago di Bracciano, oppure per la captazione delle acque del Reatino, ha sempre agevolato le forniture di acqua per la “grande sete di Roma”, ricavando utili per gli azionisti e per lo stesso Comune di Roma.
Dunque, l'acqua come bene comune e non più come risorsa per arricchire le quotate in Borsa. Più che transizione ecologica, si potrebbe parlare di rivoluzione economica. Vediamo come reagirà la Borsa col titolo dell'Acea.