Roma

Rogo a Castel Fusano, Legambiente soffia sul fuoco:bruciati 65 campi da calcio

“Tragedia già annunciata”. L'associazione attacca le istituzioni

Legambiente dà le stime dell'incendio a Castel Fusano: 45 ettari in fiamme, l'equivalente di 65 campi da calcio sono finiti in cenere.

 

Una tragedia già annunciata: è questo il commento di Legambiente che non usa mezzi termini per definire la tragedia ambientale delle ultime ore. Il territorio romano con la sua vegetazione e il caldo torrido della zona non possono diventare un pretesto per le autorità per lavarsene le mani, insomma. Non se non si sono prese le dovute precauzioni per evitare ingenti danni. Se infatti nell'ultimo mese scoppiano addirittura minuscoli focolai tra le vie del centro, dove turisti e romani buttano a terra cicche di sigarette non ancora spente, un incendio della portata di Castel Fusano si sarebbe potuto evitare, secondo Legambiente che denuncia l'assenza di un presidio antincendio “laddove tutti gli anni scoppiano roghi di piccole e grandi dimensioni”. Ad andare a fuoco sono stati ben 45 ettari di vegetazione, ossia, come spiega l'associazione di tutela ambientale il corrispettivo di 65 campi da calcio persi tra le ceneri. I Vigili del Fuoco si sono messi all'opera appena è stato dato l'allarme, nella giornata di lunedì 17 luglio e dopo meno di un'ora sono stati raggiunti dai mezzi aerei, ma questo non è stato abbastanza per fermare il rogo. Se i canadair sono dovuti atterrare nelle ore notturne, riprendendo il volo nella mattina di martedì, le squadre di terra hanno lavorato incessantemente per spegnere i focolai. Nella zona dell'Infernetto l'aria è diventata irrespirabile e le foto scattate dai turisti in spiaggia in cui si vede la spessa nube di fumo si sono moltiplicate sul web. Le fiamme hanno attecchito nuovamente nella giornata di martedì e sono state spente un'altra volta dai Vigili del Fuoco, che però non possono far altro che intervenire a incendio già sviluppato per limitare i danni.
“Tutte le persone che conoscono il territorio sanno quanto sia stata scarsamente curata la pineta dalle amministrazioni che si sono succedute nei decenni e lo stato di abbandono nella quale versava, a questo bisogna aggiungere che le numerose vie interne che sarebbero servite anche come tagliafuoco, non hanno potuto minimamente assolvere a tale funzione perché la vegetazione le ricopre in gran parte” ha commentato Roberto Scacchi, presidente di Legambiente Lazio.