Rogo Eco X, dopo il maxi-incendio e gli allarmismi, i rifiuti sono ancora là
Righini (FdI-An) accusa: “ Zingaretti è rimasto a guardare”
Allarme amianto, livelli di diossina 700 volte superiori ai limiti consentiti, divieto di raccolta di ortaggi per 5 chilometri nell'area. L'incendio del maggio scorso all'impianto di smaltimento rifiuti Eco X di Pomezia aveva fatto scalpore per i dati rilevati e diffusi da Arpa Lazio. A 5 mesi di distanza, però, i rifiuti bruciati non sono ancora stati rimossi.
A lanciare un appello alla Regione Lazio perché intervenga repentinamente è il capogruppo regionale di Fratelli d’Italia - Alleanza Nazionale alla Pisana, Giancarlo Righini, che punta il dito contro il governatore: “Zingaretti anche in questo caso è rimasto a guardare”, scrive in una nota. “Ci sono volute più audizioni in commissione Ambiente – sottolinea Righini – per fare chiarezza sul fatto che la nube tossica che si era sviluppata a causa di quel rogo non aveva provocato danni consistenti. Resta però stupefacente il fatto che la Giunta regionale non abbia fatto nulla per rimuovere o sollecitare la rimozione di rifiuti comunque tossici che ancora insistono su quell’area”.
Mentre i Vigili del Fuoco erano al lavoro per spegnere le fiamme alla Eco X, Asl, Arpa Lazio e il sindaco Fabio Fucci avevano lavorato in concerto per stabilire l'entità del danno ambientale e prevenire gravi conseguenze sulla cittadinanza. Nelle prime ore era stata rilevata una presenza record di “diossine” e “furani” nelle immediate vicinanze del rogo con una percentuale di concentrazione di 77,5 picogrammi per metro cubo, a fronte del limite di 0,1 picogrammi per metro cubo indicato dall'Oms: oltre 700 volte la soglia di rischio per la salute. Lo stabilimento, andato a fuoco il 5 maggio, aveva poi ripreso a bruciare il 22 dello stesso mese, generando un secondo allarme.
Il Pd aveva addirittura organizzato una manifestazione a colpi di mascherine protettive contro il sindaco di Roma Virginia Raggi e quello di Pomezia Fabio Fucci per chiedere trasparenza e collaborazione coi comuni delle aree limitrofe al rogo.
Una volta raffreddato l'interesse pubblico per la questione rogo e le ceneri allo stabilimento, però, anche le istituzioni sembrano aver abbandonato la questione, come denuncia Righini.
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