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Roma
Rogo rifiuti Salario: opposizioni insorgono, Raggi e Zingaretti nella bufera

Rogo rifiuti Salario: insorgono le opposizioni contro la sindaca di Roma Virginia Raggi e il presidente della Regione Lazio Zingaretti. Numerose le dichiarazioni.

 

Energie Per l'Italia, Parisi: “Il rogo che questa mattina ha colpito il Tmb salario impone scelte immediate che la sindaca Raggi, in oltre due anni e mezzo di governo della Città e Zingaretti, alla guida del Lazio da quasi sei anni, hanno dimostrato di non saper gestire. Il Tmb salario andava chiuso da tempo e sia la Raggi che Zingaretti non hanno ancora deciso dove aprire nuovi impianti. Questa è loro responsabilità. Zingaretti dimostri di non essere connivente con i 5stelle per mera opportunità politica e abbia il coraggio di assumere i poteri e le decisioni conseguenti”.

Fratelli d'Italia, Bellucci: “Alla fine è successo. Il presidente Zingaretti e il sindaco Raggi questa volta non potranno scaricare su nessun altro le loro gravi responsabilità. Fratelli d’Italia in Consiglio Regionale ne aveva più volte chiesto la chiusura sollecitando un nuovo Piano Rifiuti per il Lazio che manca dal 2012. Di fronte alle denunce di gravi rischi per la salute pubblica e per l’ambiente, Zingaretti e Raggi hanno fatto ‘spallucce’ e, con arroganza e supponenza, si sono trincerati dietro improbabili questioni burocratiche, evitando accuratamente di prendere qualsiasi decisione, fregandosene della salute dei cittadini. Ora mettano in atto immediati interventi risolutivi. Se Raggi e Zingaretti non vogliono responsabilità, facciano finalmente una cosa buona per Roma e i romani: si dimettano”.

Forza Italia, Gelmini: "Ancora una volta viene confermata la dilettantesca gestione dei rifiuti dell'amministrazione Raggi. Il Movimento 5 Stelle chiacchiera tanto, vuole la differenziata al 100%, l'economia circolare, dice 'no' ai termovalorizzatori, e poi la Capitale d'Italia brucia e i romani sono costretti a respirare diossina e veleni di ogni tipo. Aspettiamo che il governo nazionale informi il Parlamento su questo ennesimo inaccettabile episodio. Aspettiamo che il vicepremier Di Maio dia un segnale di condanna in merito al lavoro della giunta grillina di Roma: se tace è complice di questo disastro".

Pirozzi: “Chiusura immediata e definitiva. È l’unica risposta possibile al rischio che l’intera città di Roma ha corso stamattina”.

Gruppo PD di Roma: “A seguito dell’incendio di questa notte, abbiamo inoltrato al presidente dell’assemblea capitolina Marcello De Vito una pressante richiesta al fine di assicurare la presenza della sindaca Raggi nella seduta d’aula di domani. Nell’esprimere la solidarietà ai cittadini che hanno subito le ripercussioni dell’incendio che si è sprigionato nell’impianto, rinnoviamo la nostra richiesta di chiusura definitiva dell’impianto. È evidente che con l’approssimarsi delle festività natalizie il picco di produzione dei rifiuti è destinato a salire e le già pessime condizioni della raccolta delle immondizie sono destinate ad aggravarsi. C'è la necessità di trovare soluzioni alternative”.

Radicali: “L'assenza di una discarica a Roma ha trasformato tmb salario in sito di stoccaggio, raggi intervenga. Come abbiamo detto più volte, l'indicazione di quel luogo come sito idoneo a costruire l'impianto fu letteralmente scellerata, ed è perciò evidente che non si sarebbe dovuta rilasciare l’autorizzazione. Dopodiché, come conferma l'ultima relazione dell’Arpa, quell'impianto ha notevoli problematiche: quindi, come diciamo da tempo, il Tmb (così come quello di Rocca Cencia) ha bisogno urgente di un revamping. Se si vuole chiudere l'impianto nell'immediato senza far correre a Roma un rischio sanitario e ambientale, visto che questa amministrazione non è stata in grado di aumentare in modo rilevante la raccolta differenziata, l'alternativa è solo una: trovare un altro impianto della Capitale o della Regione Lazio dove portare le 750 tonnellate al giorno di indifferenziata, cosa che, data la gravità della situazione, si può fare esclusivamente attraverso un'ordinanza contigibile ed urgente firmata dalla Sindaca Raggi (se impianto di Roma) o dal Presidente Zingaretti (se impianto del Lazio)”.

Assessore all'’Ambiente II Municipio, Fabiano: “L’incendio nello stabilimento è la goccia che ha fatto traboccare il vaso di una situazione di grave pericolo per la salute pubblica. I miasmi provocati dall’impianto oltre a creare grave sofferenza ai tanti residenti del Municipio III coinvolgono anche una parte del nostro territorio, le aree di viale Somalia, via Mascagni e limitrofe fino ad arrivare ad alcune zone dei Parioli. È ora che le istituzioni si facciano carico delle proprie responsabilità: intervenire immediatamente con la chiusura del tmb e la bonifica delle discariche abusive sull’Aniene”.

LeU, Ognibene: “E’ dal 2011 che i cittadini ed il comitato Villa Spada chiedono un intervento per tutelare la salute dei residenti, ma in Italia per smuovere la politica è necessario che avvenga un incidente. Il Comune di Roma, intanto, deve chiudere l’impianto come ha già richiesto il Presidente del Municipio Giovanni Caudo. La Regione Lazio è sempre pronta ad intervenire, come ha già dimostrato in altre occasioni sempre sul tema rifiuti”.

Movimento Civico Roma Sceglie Roma, Grassi: “Quanto avvenuto è la fotografia di una città allo sbaraglio in cui manca da troppi anni un piano rifiuti all’altezza di una grande capitale europea quale è Roma. L’impianto di via Salaria, come quello di Rocca Cencia, dovevano essere chiusi da questa amministrazione già da tempo. Facciamo appello al ministro dell’interno, Matteo Salvini, affinché intervenga per mettere fine a questa grave situazione sanitaria che tocca da vicino la sicurezza di migliaia di romani. In tutto il mondo i rifiuti sono una risorsa mentre, come confermano i dati diffusi ieri dall’Arpa, Roma continua a crescere pochissimo nella raccolta differenziata”.

Segretari generali Fp Cgil, Fit-Cisl e Fiadel: “Quanto avvenuto oggi all’alba è gravissimo e purtroppo non inedito. In attesa che vengano verificate le dinamiche dell’incendio, abbiamo inoltrato un’immediata richiesta di incontro ai vertici di Ama e a Roma Capitale, per gestire la situazione e scongiurare il ripetersi di episodi simili. Adesso non si può aspettare: si deve fare chiarezza sulle cause dell’incendio e mettere in campo tutte le misure necessarie per la gestione del servizio, la salvaguardia dei lavoratori e la salute della cittadinanza”.

USB di Roma: “Non è altro che un disastro ambientale che si poteva evitare. Da anni l’Unione Sindacale di Base sta denunciano ad azienda, Comune e organi di controllo, una gestione pericolosa dell’impianto. Ci aspettiamo che ora le indagini vengano svolte con puntualità, soprattutto per quanto attiene ai rilievi della qualità dell’aria, e che la negligenza di tutti gli eventuali responsabili venga punita severamente”.

Coldiretti: “La presenza di impianti di grandi dimensioni adibiti al trattamento dei rifiuti, come quello del Tmb dell’Ama di via Salaria, rappresenta un pericolo per il territorio e crea gravi problemi ai residenti che da anni denunciavano i miasmi provenienti da un struttura che lavora 450 tonnellate di rifiuti al giorno. È necessario localizzare questi impianti fuori dalla città, contenerne le dimensioni e puntare su sistemi di smaltimento dei rifiuti a basso impatto ambientale, per difendere i cittadini e le aziende del territorio, a partire da quelle agricole”.

QRE, Quartieri Riuniti in Evoluzione: “Il disastro ambientale in corso a Roma nord con l’incendio del distretto rifiuti del salario, la pericolosa nube tossica che incombe su milioni di persone, si somma a mesi ed anni di lotte dei cittadini per la salute e la vivibilità. Lotte combattute contro gli amministratori che insistono nelle loro politiche miopi e pericolose, come visto con le recenti affermazioni del municipio VI su Rocca Cencia. Ci si chiede cosa la procura stia aspettando per mettere tutto sotto sequestro. Qui il rischio di mortalità per cancro è elevatissimo come affermato dal dipartimento epidemiologico. È inevitabile che il disastro al Tmb del salario sovraccaricherà gli impianti del polo di Rocca Cencia. Tutto questo a discapito ulteriore delle nostre precarie situazioni sanitarie”.

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