Rogo Tmb Salario, Raggi: “Nessuna crisi dei rifiuti”. L'Arpa: “Aria inquinata”
Il sindaco stacca la spina all'impianto e assicura: "Nessuna emergenza in vista di Natale"
L'incendio del Tmb Salario ha inquinto l'aria. La conferma arriva da Arpa Lazio, che svela i dati del day-after il rogo. Mentre il sindaco Raggi frena sulla presunta crisi della raccolta dei rifiuti in vista di Natale: "Nessuna emergenza".
In soccorso di Roma dovrebbero arrivare certamente Regione Lazio e ministero dell'Ambiente, pronti a collaborare per evitare il "picco natalizio" della raccoltaa dei rifiuti. "La cabina di regia è al lavoro. Abbiamo una serie di soluzioni - ha assicurato il sindaco Raggi - per dare risposte nel medio e lungo periodo". Raggi ha inoltre ufficialmente decretato la "morte" dell'impianto, già diverse volte al centro delle polemiche dei residenti che ne volevano la chiusura: "L'impianto sarà chiuso - ha annunciato Rggi - L'incendio lo ha reso inutilizzabile e immagino che ora sia sotto sequestro da parte della procura. Sarebbe antieconomico rimettere in funzione un impianto che nelle nostre previsioni avrebbe funzionato fino al 2019 al massimo inizio 2020 per poi essere chiuso".
"L'impianto - ha aggiunto - è di fatto chiuso e stiamo già pensando a una riconversione. Anticiperemo compatibilmente con i tempi della procura quella che e' la riconversione. Nel frattempo dobbiamo studiare un'alternativa".
Parole che rassicurano, in parte i romani, che passano in secondo piano di fronte ai primi risultati dell'Arpa Lazio. L'agenzia regionale per la protezione ambientale svela infatti i primi campionamenti, che raccontano un generale incremento delle concentrazioni di Pm10 rispetto alla giornata di ieri "nelle stazioni di Villa Ada (56 gr/mc) e di Tiburtina (54 gr/mc), due superamenti del limite giornaliero pari a 50 gr/mc". "Nell'area interessata - ricorda l'Arpa Lazio - sono stati installati ieri mattina due campionatori: uno ad altro volume ed uno gravimetrico. I primi campioni sono già presso i laboratori dell'Agenzia e in queste ore saranno effettuate le analisi dei microinquinanti (diossine, furani, PCB, IP - Idrocarburi policiclici aromatici) e dei metalli sui filtri del particolato".
Dal punto di vista investigativo, la Procura di Roma ha posto sotto sequestro il gabbiotto da cui vengono manovrate e telecamere di sorveglianza del Tmb Salario. Dagli accertamenti effettuati ieri è infatti risultato che il sistema di videosorveglianza non era attivo dal 7 dicembre. Le indagini mirano a verificare chi ha avuto accesso alla struttura tra i vigilantes e i dipendenti Ama e se ci si possano essere state eventuali manutenzioni. Gli inquirenti hanno ascoltati sia i vigilantes sia il personale presente all'interno dell'impianto al momento del rogo. Le indagini per disastro colposo, che al momento non vedono indagati, sono coordinate dal procuratore aggiunto Nunzia D'Elia.
I vigili del fuoco stanno inoltre svolgendo approfondimenti sui possibili innesco del rogo, senza escludere l'ipotesi dell'autocombustione, vista la possibile presenza di biogas generato dai cumuli di rifiuti. Da martedì sono stati ascoltati dagli inquirenti alcuni dirigenti dell'Ama, tra cui anche il direttore dello stabilimento. I pm cercheranno possibili risconti anche dalle indagini svolte sul rogo avvenuto a maggio 2015, sempre all'interno del Tmb Salario.
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