Roma
Rom e migranti, la resa di Roma. Marino: "Zero strutture e soldi"
Troppi, con il pericolo concreto di un'epidemia di tubercolosi e in una città che di dare le case popolari all'esercito di 8 mila rom e nomadi, non ne vuole sapere. Secondo il sindaco Marino, ascoltato dalla Commissione parlamentare d'inchiesta sui migranti, una soluzione all'emergenza causata dall'invasione c'è ed è quella di dare una casa, ma, "In questa città la maggior parte della popolazione è contraria all'idea del superamento dei campi rom con la possibilità di attribuire alle famiglie rom alloggi popolari come per altre persone e questo è una aspetto culturale. Questa è una sfida di pensiero più che di realizzazione degli spazi abitativi".
Poi i numeri: "Rispetto ad altre città abbiamo una concentrazione elevata. Le stime che abbiamo dicono che superiamo largamente le 8mila presenze".
Ma il pensiero del sindaco è di superare la situazione di palese illegalità in cui versa il sistema di gestione: "Sono da superare i campi rom ma assicuro che una questione è affermarlo, un'altra è farlo. In questa città c'è resistenza fortissima anche se si passa attraverso percorsi di legalità come chiedere ai bambini di andare a scuola. In questo momento spendiamo somme ingenti per il trasferimento con i bus dei bambini a scuola ma il successo è inferiore al 50%. I bimbi che poi ci vanno davvero a scuola sono inferiori al 20%. E' quindi una sfida prima di tutto culturale". Ma la speranza è che siano le stesse donne roma a risolvere il problema: "Penso che un altro aspetto che possa fare leva sia il coinvolgimento delle donne. Sono convinto che una mamma - ha aggiunto il primo cittadino - non voglia vedere il proprio figlio crescere in una situazione di degrado e senza la possibilita' di andare a scuola".
All'emergenza rom si aggiunge quella dei migranti: "A Roma c'e' un sovraffollamento e di recente in una riunione con Alfano ho sottolineato come la città, che è la seconda città di accoglienza dei flussi, non può accogliere il 20% delle persone che giungono nel nostro Paese: non abbiamo né strutture né risorse economiche". Insomma, è la resa.