Roma

Rom, niente scuola per i bambini per colpa del Comune di Roma: l'accusa

“Intenti apprezzabili ma un esito fallimentare”: l’Associazione 21 Luglio boccia il piano Rom lanciato dalla giunta Raggi il 31 maggio 2017

Niente scuola per i bambini che vivono nei campi Rom per colpa del fallimento del piano lanciato dalla giunta M5S di Virginia Raggi il 31 maggio 2017. Numeri “drammatici” relativi al calo della scolarizzazione: “assistito ad un decremento del 56% dei minori Rom iscritti a scuola” a partire da due anni fa.

 

A parlare del piano Rom è stata l’Associazione 21 Luglio che lo ha bocciato oggi durante la presentazione di un dossier a riguardo alla Camera dei Deputati. Dopo due anni e mezzo l’associazione ha prodotto un dossier frutto, tra le alte cose, di 40 viste negli insediamenti dove vivono circa 5 mila persone, valutando “quasi insignificante” l’impatto del piano del Campidoglio, specialmente in rapporto ai fondi spesi. Il documento della 21 Luglio denuncia che il Comune “non ha mai provveduto a rendere pubbliche relazioni di monitoraggio per condividere il reale impatto delle azioni previste nel piano”.

Il dossier rileva inoltre che il patto di responsabilità solidale proposto dall’amministrazione a coloro che risiedono nei campi Rom che il Comune ha intenzione di chiudere nei prossimi anni è stato sottoscritto solo dal 19% delle famiglie. Quanto al buono casa non risultano supporti erogati mentre sul versante del lavoro le start up previste dal piano non sono sono mai partite. Una sola persona è stata coinvolta nei progetti di recupero ambientale.

Di fronte ai dati contenuti nel dossier realizzato, la 21 luglio chiede al Campidoglio una “battuta di arresto” del piano. “L’attuale piano, senza forti correzioni, continuerà testardamente a scontrarsi con il muro della realtà e il campo Rom, come in passato, continuerà a restare il luogo dla marginalità sociale, dove restano le briciole”, denuncia Carlo Stasolla, presidente della 21 Luglio. ”Chiediamo alla sindaca di sospendere ogni futura azione - aggiunge - e assumere il mutuo coraggio del’autocritica, istituisca un tavolo cittadino dove in dialogo con le diverse realtà si possano rileggere le azioni del piano, individuare le criticità e definire nuove linee di azione”.