Roma

Roma: 13 ore di attesa al Pronto Soccorso del Gemelli, così la Sanità esplode

L'odissea nell'eccellenza romana della Sanità di un 73 enne. E' entrato alle 11 con una paralisi agli arti inferiori. Alle 23 la resa dei familiari: a casa

Sanità nel Lazio, va in tilt persino il contatore in tempo reale degli accessi ai Pronto Soccorso presi d'assalto ma non per le urgenze. Senza risposte dalla Sanità di base e con le visite specialistiche impossibili in tempi reali, l'unica strada è il Pronto Soccorso. Accade anche nel blasonato Policlinico Agostino Gemelli dove un 73 enne è stato lasciato 13 ore su una sedia a rotelle in sala d'attesa.

Alle ore 13 del 18 gennaio lo scenario è apocalittico: codici rossi in attesa ridotti a zero, tranne per l'Umberto I, sempre rossi in trattamento 7 al Sant'Andrea, 8 all'Umberto I e 5 al San Camillo, così come sono limitati gli “arancioni”, mentre esplodono e paralizzano i pronto soccorsi i codici “azzurro” e “verde” con picchi di 29 in attesa al Policlinico Casilino, 17 al Gemelli.

La fotografia dei Pronto Soccorso di Roma e del Lazio

Ma sono i pazienti in “trattamento” ad arrivare a quasi 400. E i record sono al Sant'andrea a Tor Vergata, al San Filippo Neri e al Policlinico Agostino Gemelli. Proprio al Gemelli la storia surreale di un 73 enne affetto da Parkinson. Lasciato su una sedia a rotelle per 13 ore senza cibo né acqua, in attesa di essere curato per una sospetta paralisi agli arti inferiori. Stefano R, arriva al Pronto Soccorso scortato dai familiari che l'hanno trasportato di peso nel tragitto casa-auto e un'infermiera dopo qualche minuto lo accoglie caricandolo su una sedia a rotelle. Resterò così sino alla mezzanotte, quando i familiari lo hanno ri-caricato di peso e portato a casa.

Tredici ore di attesa, 3 esami e nessuna visita. Senza acqua nè cibo

E nel frattempo? L'eccellenza romana del Policlinico Gemelli in 13 ore di attesa è riuscito sottoporre l'uomo ad un esame del sangue, una radiografia agli arti e una Tac al cranio, ma la visita col neurologo di turno non è mai avvenuta. “Tredici ore su una sedia – raccontano i familiari per andare via senza praticamente come era entrato, fatte salve prescrizioni di esami che farà nei prossimi giorni su prenotazione. Se non era un caso urgente da meritare un esame approfondito e un minimo di cura – si chiedono – perché quell'attesa senza cibo né acqua? Perché lasciato lì un un girone infernale con pazienti che si addormentavano con flebo attaccate al braccio che si staccavano al risveglio? Perché l'ospedale dove è in cura da anni e che abbiamo scelto perché avrebbe potuto accedere alla cartella clinica completa non è stato capace di dare un segnale di professionalità”? E ancora: “E' entrato che non muoveva più le gambe e aveva perso sensibilità ed è uscito alle stesse condizioni: si cura così un uomo di 73 anni già operato alle vertebre”?

I Pronto Soccorso in tempo reale

Chi vuole conoscere la situazione negli ospedali di Roma e del Lazio può accedere al link https://www.salutelazio.it/pronto-soccorso sperando che funzioni.