Roma

Roma 2030: città senza futuro. Trasporti, decoro e degrado i problemi maggiori

Politici ed esperti a confronto su previsioni e scenari di sviluppo della città

Roma 2030, futuro in bilico tra crisi e rilancio. Politica, imprenditori ed esperti a confronto su previsioni e scenari: trasporti, decoro e degrado i problemi maggiori.

 

È andato in scena al Tempio di Adriano la seconda fase della ricerca "Roma 2030. Scenari di sviluppo nel prossimo decennio”, iniziata nel dicembre 2017 e terminata nel maggio 2018. Realizzata dallo studio De Masi per conto della Camera di Commercio di Roma, la ricerca ha messo di fronte i rappresentanti delle parti sociali e il Vice Sindaco di Roma Capitale, Luca Bergamo.

 

A rubare la scena la "profezia" del sociologo e autore dello studio Domenico De Masi, figura a lungo vicina all'M5S e solo recentemente discostatosi dallo stesso: “La ricerca evidenzia le tante criticità che una città come Roma si trova e si troverà ad affrontare nei prossimi anni - esordisce De Masi - Tra le difficoltà più grandi emerge la questione mobilità, lo scarso decoro urbano, il degrado delle periferie, lo squilibrio nella distribuzione della ricchezza e, più in generale, la mancanza di una visione strategica di sviluppo a medio termine. Di contro, ci sono dei punti di forza come la consistenza e la dinamicità del terzo settore, il ruolo culturale della città e il polo della conoscenza, basti pensare che Roma ospita 44 università tra pubbliche, private e confessionali e che le sole tre università pubbliche sono frequentate da 180mila studenti”.

Servizio ordinari le maggiori criticità i servizi ordinari e quotidiani, "bilanciati" da cultura e turismo. “Negli anni della crisi, ovvero dal 2007 al 2017, è accaduto qualcosa che io chiamo 'paradosso romano' - ha proseguito Lorenzo Tagliavanti, Presidente Camera di Commercio Roma - Durante quel periodo è stato perso il 6% del Pil cittadino. È una caduta molto forte e a distanza di dieci anni quei punti non sono stati recuperati, ma le imprese e gli occupati sono aumentati, sono nate aziende di necessità che diventano un’alternativa alla disoccupazione. Certo, non è così che si mantiene il rango di una città internazionale, ma c’è anche un elemento positivo, che è la reazione alla crisi dei romani. Roma è una città speciale, con futuro a tratti tumultuoso, ma non mancano energie e idee. Quello che a volte manca sono i luoghi: bisogna cominciare a trovare luoghi dove poter mettere energia e idee al servizio di un cambio di prospettiva e la Camera di Commercio farà la sua parte e dà la sua piena disponibilità”.


“E’ inutile negare che Roma, per sua natura, è una città difficile da amministrare e sconta dei problemi strutturali di lungo corso - ha ammesso Luca Bergamo, vice sindaco di Roma - Due sono le priorità che secondo me vanno affrontate prima di altre. La prima è quella di dotare Roma di poteri speciali così come godono altre capitali europee e questo va fatto in sinergia con il Governo. L’altra questione, da affrontare subito perché rallenta anche l’operato della nostra amministrazione, è quella della semplificazione legislativa e normativa. Una vera e propria emergenza non più procastinabile”.
 
Come rappresentanti delle parti sociali sono intervenuti al dibattito: Michele Azzola, Segretario Generale CGIL Roma e Lazio, Lidia Borzì, Presidente ACLI Provinciali di Roma, Luca Bozzi, Segretario Generale CISL di Roma Capitale e Rieti, Alberto Civica, Segretario Generale UIL Roma e Lazio, Eugenio De Crescenzo, Vice Presidente ACGI, Marco Marcocci, Presidente Confcooperative Roma Capitale, Placido Putzolu, Presidente Legacoop Lazio.