Roma
Roma, 3000 case in 3 anni: promesse del Campidoglio sull'emergenza abitativa
La Giunta ha approvato il piano per il diritto all'abitare. Zevi: “150mila persone in emergenza abitativa a Roma”
Tremila nuovi alloggi in 3 anni: ecco le promesse del Campidoglio per fronteggiare l'emergenza abitativa. Promesse contenute dal piano strategico per il Diritto all'Abitare approvato dalla Giunta.
Scopo del piano è quello di mettere di rafforzare le politiche abitative del Comune, così da garantire a tutti il diritto all'abitare, specialmente a coloro che hanno diritto a una casa popolare. Il piano inoltre dovrebbe andare in contro anche all'esigenza degli studenti fuori sede di trovare degli alloggi in città, tema al centro delle proteste studentesche davanti alla Sapienza e ad altre università.
“Quella delle politiche per l’abitare - ha spiegato il sindaco Gualtieri presentando il piano - è una grande questione nazionale, come dimostra la mobilitazione delle studentesse e degli studenti sul caro affitti. Avere un alloggio dignitoso è un diritto che deve essere garantito a tutte e tutti: sono troppe le persone che subiscono gli effetti dell’assenza di interventi pubblici su un tema che condiziona la loro vita. Con il Piano Strategico per il Diritto all’Abitare 2023-2026 Roma vuole rimediare con soluzioni strutturali a questa situazione”.
La situazione a Roma
“Abbiamo stimato circa 40mila persone in graduatoria – ha detto l'assessore alle Politiche Abitative Tobia Zevi nel presentare il piano – circa un quarto di queste è in emergenza, 15-17mila nelle occupazioni e 15mila sotto sfratto, 45mila beneficiari del contributo affitto, 5mila nei campi rom, 1500 nei residence, 10mila senza fissa dimora. Parliamo di circa 150mila cittadini che in qualche modo afferiscono all'emergenza abitativa. È un tema che quindi riguarda una buona parte della città”.
Il piano
Il piano prevede quattro linee d'intervento principali. La prima è quella di reperire nuovi alloggi così da aumentare l'offerta abitativa. Seguono poi azioni di sostegno ai programmi di recupero e autorecupero del patrimonio edilizio. La terza linea d'intervento è la revisione delle misure di welfare abitativo. Infine l'istituzione di un osservatorio della condizione abitativa a Roma e dell'Agenzia sociale dell'abitare.