Roma

Roma, 5Stelle nel caos: neanche i manager milanesi bastano a governare

Con Mafia Capitale all'ombra del Colosseo non ci sono più risorse umane adeguate

di Patrizio J. Macci

Manager, intelligenze e culture provenienti da esperienze milanesi per tentare di rimettere ordine nel caos della Capitale, come se dopo l'esplosione di “Mafia Capitale” si fosse preso atto improvvisamente della mancanza di risorse umane all'ombra del Colosseo in grado di “fare bene” nella gestione della cosa pubblica.

Oppure “a pensar male facendo peccato”, cosa con la quale spesso ci si indovina come disse una volta Giulio Andreotti, la mera presa d'atto che la corruzione e il malaffare venute alla luce hanno radici molto più profonde di quello che la magistratura è riuscita a scoprire. È come se fosse esploso un ordigno nucleare che ha contaminato tutto. I pozzi sono avvelenati. In questo caso, come disse Sean Connery nel film "Gli Intoccabili", se vuoi una mela sana devi prenderla fuori dal cesto cogliendola da un altro albero. L'albero delle mele di Roma in questo preciso momento si trova a Milano. Le capacità organizzative per gestire qualsiasi cosa nella Capitale sembra debbano arrivare sempre dal Nord, nello specifico da Milano.

Dalla Milano dell'Expo è arrivato a Roma il Prefetto Francesco Paolo Tronca, nominato Commissario Straordinario del Comune di Roma dopo le dimissioni del Sindaco Marino. Sempre dalla città di Sant'Ambrogio nella fattispecie dalla Luiss di Via Sarfatti proveniva il professor Marcello Minenna, nominato assessore al bilancio, al patrimonio e alle partecipate. In soldoni quello che doveva controllare i cordoni della borsa forte di un' esperienza che lo ha visto anche alla Consob. Si è dimesso per motivi non chiari dal suo incarico.
Carla Raineri, magistrato della Corte d'Appello di Milano, nominata Capo di Gabinetto del Sindaco con un stipendio record. La “dottoressa”, tra le tante dichiarazioni rilasciate, aveva sottolineato le onerose spese di trasferta per correre su e giù per lo Stivale, i pentastellati l'avevano preferita per il curriculum vitae prestigioso e il rigore del suo impegno nello sbrogliare matasse complicate come quella presente in Campidoglio. La sua nomina è durata poco più dello spazio delle polemiche che ha suscitato.
Marco Rettighieri, seppur di nascita romana, anche lui planato alla direzione generale dell'Atac dall'Expo 2015 dove è stato General Manager Constructions. Ha mollato per attriti con il Sindaco Raggi sulla gestione delle nomine interne. Sempre all'azienda dei trasporti nella veste di amministratore unico l'impegno professionale di Armando Brandolese, ingegnere, docente al Politecnico di Milano e esperto di sistemi industriali che aveva accettato per i primi dodici mesi di lavorare senza retribuzione. Le buone intenzioni non sono state premiate dai fatti: la sua esperienza non ha raggiunto i trecentossesantacinque giorni. Alessandro Solidoro, chiamato a guidare l'Ama direttamente dai ranghi dell'ordine dei commercialisti milanese. Ha preferito passare la mano per le mutate condizioni. A Milano si trova anche la sede di Casaleggio & Associati, il trust di cervelli del Movimento 5 Stelle che segue passo passo l'operato del Sindaco Raggi. Gli organi e il cervello.