Roma
Roma, agente aggredito al Regina Coeli. Sappe: “Tensione altissima”
Il sindacato della Polizia Penitenziaria denuncia la grave situazione delle carceri del Lazio
Un agente della Polizia Penitenziaria è stato aggredito da un detenuto al carcere del Regina Coeli a Roma. Il detenuto lo ha colpito con una testata nel momento della conta. A denunciarlo è il Sindacato Autonomo della Polizia Penitenziaria (Sappe) che parla di “tensione altissima nella carceri del Lazio, oggi affollate da 6700 detenuti”.
Il detenuto che ha aggredito l'agente, spiega il Sappe, deve scontare 20 anni per omicidio e incendio. Si tratta di una persona con problemi psichici che ha già dato problemi simili, da quando si trova in carcere. Precedentemente ha compiuto diversi atti di autolesionismo e ha provocato danni alle celle che gli erano stati assegnati: in una ha addirittura smurato la porta. “Ogni giorno - lamenta Donato Capece, segretario generale del Sappe - nelle carceri laziali succede qualcosa ed è quasi diventato ordinario denunciare quel che accade tra le sbarre".
Le richieste del Sappe
Nel denunciare questo fatto, il sindacato ha anche elencato quelle che dovrebbero essere le azioni da mettere in campo per far migliorare la situazione. Anzitutto i detenuti stranieri dovrebbero essere rimpatriati, così che scontino la pena nel loro Paese. Poi chiede la riapertura degli ospedali psichiatrici giudiziari, in cui accogliere i detenuti con problemi psichici. E poi ci vuole un rinnovo tecnologico, così da agevolare il lavoro degli agenti. “I decreti svuota-carceri - conclude Capece - che più di qualcuno continua ad invocare ad ogni piè sospinto, da soli non servono: serve una riforma strutturale dell’esecuzione, e serve il taser per potersi difendere dai detenuti violenti e la dotazione di body-cam".