Roma
Roma, al Colosseo il marciapiede è vietato ai pedoni. E Patanè si scusa
L'assessore alle Infrastrutture Patanè ha fatto un sopralluogo a Colosseo, a seguito del caso che ha coinvolto la giovane turista americana malata di Sla
Al Colosseo: barriere architettoniche, barriere architettoniche ovunque. E sulla terrazza che dà sull'anfiteatro di largo Agnesi è comparso un cartello che vieta il transito ai pedoni. Sul marciapiede. L'assessore Patanè si è scusato: “Amaro in bocca per un caso così spiacevole – ha detto - una storia umanamente dolorosa. C'è ancora molto da fare”.
Cosi l'assessore alle Infrastrutture di Roma Capitale Eugenio Patanè in una nota diramata dopo aver fatto un sopralluogo al Colosseo, insieme al sindaco Gualtieri e al Comandante dei Vigili Urbani Ugo Angeloni. Il sopralluogo è stato eseguito a seguito del caso della giovane turista americana di 21 anni affetta da Sla che, impossibilitata a scendere da largo Agnesi ha dovuto chiedere aiuto a dei Vigili Urbani, che l'hanno portata in braccio a livello strada.
Scale chiuse e transennate, scale mobili in manutenzione
Non hanno potuto far altro che constatare la situazione della stazione e delle aree circostanti. La scala mobile della stazione della metro serve solo a salire e attualmente è ferma in manutenzione. Non ce ne è una che scende. Per scendere dal livello strada ai treni c'è soltanto un montascale per i disabili. Dalla terrazza sul Colosseo di Largo Agnesi c'è una scalinata, che però attualmente è chiusa e inagibile per lavori di manutenzione e messa in sicurezza degli affacci sul Colosseo. E comunque non avrebbe potuto aiutare la turista americana, perché è inaccessibile a sedie a rotelle e deambulatori. L'unica alternativa sarebbe stata quella di percorrere tutta via Nicola Salvi, arrivando al punto in cui si congiunge con via Labicana.
Le “scuse” dell'assessore
“Una storia che ci ha molto colpiti - ha detto l'assessore Patanè - solo in parte riscattata dalla generosità di due vigili urbani che l’hanno prontamente aiutata, suscitando il commosso ringraziamento della ragazza. Resta l’amaro in bocca per un caso così spiacevole, una storia umanamente dolorosa che ci dice quanto c’è ancora da fare per rendere dignitosa la vita di tutti romani e di tutti gli stranieri, a partire da quelli che hanno più difficoltà”.