Roma bufera in Procura, indagato il pm Albamonte per abuso d'ufficio e falso
Il pm e presidente dell’Anm coinvolto in un'inchiesta di cyberspionaggio, dopo un esposto di Occhionero
Il pubblico ministero di Roma Eugenio Albamonte, attuale presidente dell'Associazione nazionale magistrati, è indagato a Perugia per falso e abuso d'ufficio.
Assieme a lui sono indagati due dirigenti della Polizia Postale, indagati anche per accesso abusivo a un sistema informatico, a seguito dell'esposto-denuncia presentato lo scorso febbraio da Giulio Occhionero, l'ingegnere informatico arrestato un mese prima assieme alla sorella Francesca Maria per una presunta attività di cyberspionaggio.
Sono stati i difensori degli Occhionero, gli avvocati Stefano Parretta e Roberto Bottacchiari, a comunicare al giudice monocratico del tribunale Antonella Bencivinni che sta celebrando il processo, che sul conto del pm Albamonte esiste un procedimento penale. Nel suo esposto Giulio Occhionero, detenuto in carcere assieme alla sorella, contestò le modalità di indagine avviata dalla Procura e dalla Polizia Postale. I difensori hanno chiesto così al rappresentante della pubblica accusa di astenersi, ma, nonostante la richiesta, Albamonte resterà il pm del processo in tribunale. A confermare la sua designazione come rappresentante della pubblica accusa è stato il capo dell'Ufficio, Giuseppe Pignatone, secondo il quale: "non puo' confondersi l'inimicizia fra magistrato e parte con le iniziative di quest'ultima, tesa a sottrarsi al proprio giudice naturale; l'inimicizia deve trovare fondamento in rapporti personali svolti in precedenza e fuori del processo". A parere di Pignatone, dall'istruttoria risulta inoltre che: "L'imputato Giulio Occhionero, nel corso delle indagini a suo carico e prima di avere accesso agli atti del procedimento, aveva già manifestato l'intenzione di presentare un esposto contro Albamonte alla Procura di Perugia". Da altri colloqui intercettati in quello stesso periodo - ha ricordato Pignatone in una nota che sarà trasmessa venerdì al giudice del dibattimento Antonella Bencivinni - "risulta che Occhionero, avendo appreso la falsa notizia dell'imminente trasferimento di Albamonte ad altro incarico, esprimeva soddisfazione per il fatto che lo stesso (che da anni si occupa di cyberspionaggio e reati informatici, ndr) non si sarebbe piu' occupato delle indagini a suo carico".