Roma

Roma Capitale, l'ordine del giorno non seda la lite tra Pd e Movimento 5S

Cristina Grancio analizza cosa c'è dietro la bocciatura degli emendamenti della legge di bilancio e l'ordine del giorno di FdI

di Cristina Grancio *

Roma verso i poteri speciali, forse. La Camera dei Deputati ha approvato un ordine del Giorno, collegato alla legge di bilancio, proposto da “Fratelli d’Italia” dopo che la stessa Aula aveva bocciato tutti gli emendamenti presentati alla stessa legge che avrebbero effettivamente permesso a Roma di avere concretamente quegli strumenti per poter mettere in campo le azioni necessarie a realizzare le infrastrutture, utili per renderla concorrenziale al pari delle altre capitali europee, ciò anche grazie alla previsione di un adeguato stanziamento di fondi.

In Campidoglio ho più volte sentito dire la frase “Un ordine del Giorno non si nega nessuno”, questo perché è uno atto proposto dall’aula che può tranquillamente essere lasciato nel dimenticatoio. Tutti i politici, di tutti gli schieramenti, sono consapevoli che Roma ha bisogno disperatamente che venga resa efficace la legge speciale per Roma, la L.42/2009, rimasta solo sulla carta, in attuazione dell’articolo 114 della Costituzione.

Una legge che dava a Roma poteri anche finanziari a sostegno degli obblighi che la capitale è chiamata a svolgere quale sede degli organi costituzionali nonché delle rappresentanze diplomatiche di Stati esteri ivi presenti presso la Repubblica italiana, presso lo Stato della città del Vaticano e presso le sedi istituzionali; a Roma, poi, devono essere riconosciuti poteri per la valorizzazione dei beni storici, artistici ambientali e fluviali in accordo con il ministero dei beni e le attività culturali; poteri speciali per lo sviluppo economico e sociale in particolare riferiti al settore produttivo e turistico che in questo momento si tradurrebbe in una speranza di ripresa dalla crisi segnata dalla pandemia che ha azzerato il turismo; maggiori poteri e finanziamenti dei servizi urbani, con particolare riferimento al trasporto pubblico e alla mobilità che sappiamo essere da sempre la nota dolente della qualità della vita a Roma. 

Va da sé che tutto ciò, darebbe al sindaco di Roma una grande opportunità di rilancio per la città ed è poco elegante, per usare un eufemismo, che un Primo Cittadino facesse passare il messaggio che tutto ciò che ne deriva dai nuovi poteri riconosciuti alla capitale, fosse farina del suo sacco.

Probabilmente proprio su questi ragionamenti e sulle liti interne fra Pd e Movimento 5 Stelle, la capitale di Italia si vede cancellare degli emendamenti dalla legge di bilancio che avrebbero permesso di avere fondi necessari per affrontare le questioni primarie. Nella sostanza, ciò che è rimasto in piedi è un Ordine del Giorno il cui peso normativo è pari a quello di un pugno di mosche.

Non aver voluto portare a compimento una trasformazione normativa per Roma, soprattutto nel 150° anniversario dalla sua proclamazione a capitale, è una sconfitta per questo Governo che non ha saputo guardare oltre l’azione di propaganda della Raggi, in versione candidato Sindaco. 

Quando la politica è solo propaganda quello che succede è che ciò che è necessario non viene riconosciuto come tale perché è più comodo utilizzarlo ai fini della propaganda politica. La propaganda è la negazione di ciò che non si è stati in grado di fare, congelando tutte le azioni che in realtà sono vitali per far risollevare una capitale al collasso.

* Cristina Grancio, consigliere DemA Gruppo Misto