Roma

Roma, caso Omerovic: un poliziotto ai domiciliari con l'accusa di tortura

L'agente avrebbe infierito su Hasib Omerovic e questi, per sottrarsi, si sarebbe lanciato dalla finestra riportando gravi lesioni

Svolta nel caso di Hasib Omerovic, l'uomo precipitato da una finestra, durante una perquisizione da parte della Polizia di Stato il 25 luglio scorso. Uno dei poliziotti presenti quella sera è finito agli arresti domiciliari con l'accusa di tortura. Quattro colleghi sono stati invece accusati di falso ideologico e depistaggio.

Questo è quanto stabilito nell'ordinanza del gip Ezio Damizia. L'indagine è stata coordinata dal pm Michele Prestipino che ha ricostruito i fatti. A notificare l'ordinanza del gip è stata la Squadra Mobile.

I fatti

Il fatto che ha coinvolto Hasib Omerovic, sordomuto dalla nascita, si è verificata nel luglio scorso. Il 36enne, insieme alla famiglia di origine rom, era riuscito ad ottenere una casa popolare nel quartiere di Primavalle. In quel periodo nel quartiere era girata la voce che lui avesse infastidito alcuni ragazzi del quartiere.

La sera del 25 luglio cinque agenti in borghese e senza mandato si sarebbero presentati in casa Omerovic. In casa c'era solo il 36enne e sua sorella. Gli agenti gli hanno chiesto di mostrargli i documenti e lui glieli ha dati. A quel punto è scoppiata una colluttazione che si è conclusa con la caduta dalla finestra di Hasib.

L'uomo, dopo un volo di 8 metri, è stato lasciato sanguinante sull'asfalto. Hasib Omerovic è tutt'ora in ospedale a causa delle gravi ferite riportate nella caduta.

L'ordinanza del gip

Secondo l'ordinanza del gip, l'agente avrebbe agito in violazione dei suoi doveri d'ufficio e anche della dignità umana di Hasib Omerovic. Lo avrebbe colpito con schiaffi e calci e lo avrebbe minacciato con un coltello da cucina. Nonostante Hasib si fosse mostrato collaborativo.

Il poliziotto avrebbe comunque continuato a minacciarlo. Il poliziotto ha sfondato la porta della camera di Hasib, sebbene gli fossero state consegnate le chiavi. Entrato nella stanza ha fatto sedere Hasib su una sedia, gli ha legato i polsi ai braccioli con un filo elettrico e ha continuato a minacciarlo con il coltello, intimandogli di non infastidire più quei ragazzi. A quel punto Hasib, terrorizzato, è riuscito a liberarsi dalla stretta del filo elettrico e si è gettato dalla finestra per salvarsi.

"Con abuso dei poteri e in violazione della funzione - si legge nell'ordinanza del gip - nel corso dell'attività volta all'identificazione con il compimento di plurime e gravi condotte di violenza e minaccia, causando un verificabile trauma psichico, in virtù del quale precipitava nel vuoto dopo aver scavalcato il davanzale della finestra della stanza da letto nel tentativo di darsi alla fuga per sottrarsi alle condotte violente e minacciose in atto nei suoi confronti".

Le accuse

"Gli accadimenti sono indubbiamente di entità grave - si legge nell'ordinanza - commessi in spregio della funzione pubblica svolta, nonché violando fondamentali regole di rispetto della dignità umana. I ripetuti atti di violenza e minaccia appaiono del tutto gratuiti".

Il poliziotto è accusato di tortura e falso ideologico commesso da pubblico ufficiale in atti pubblici. Quattro colleghi sono accusati invece a vario titolo di falso ideologico e depistaggio.